La pietra (digitale, va detto) dello scandalo l’ha scagliata il magazine tedesco Die Aktuelle, ma le onde concentriche dello sdegno hanno colpito il mondo intero. Michael Schumacher, che non compare in pubblico dal tragico incidente sugli sci del 2013, è stato ‘intervistato’ dall’intelligenza artificiale e l’articolo è stato poi pubblicato sul rotocalco come un’autentica esclusiva mondiale.

La testata ha lasciato intendere in una nota a piè di pagina che il contenuto fosse frutto della tecnologia e non di una conversazione reale con Schumacher, tanto che dei link associati all’intervista riportavano direttamente a un sito dove sono raccolti contenuti verosimili e frasi di personaggi famosi realizzati con un processo di “machine learning”.

La promozione ingannevole della finta esclusiva ha però subito preoccupato gli esperti di comunicazione, come l’analista tedesco Boris Rosenkranz che l’ha giudicato come un “caso grave e precedente da non sottovalutare”.

Dal giorno dell’incidente che ha stravolto la vita di Schumacher e quella della sua famiglia, le notizie trapelate sulle sue condizioni, per volontà della moglie Corinna, in questi anni sono pochissime. Nonostante questa sua lunga assenza dai riflettori il leggendario pilota di F1 ancora oggi è molto amato e attorno alle sue condizioni di salute c’è morbosità riguardo qualsiasi indizio. E su questo c’è chi ci specula. Anche i colleghi e gli amici più stretti non hanno potuto fargli visita, pochissime le eccezioni, come l’ex capo della Scuderia Ferrari Jean Todt.

Le risposte di Schumacher alle domande dell’intelligenza artificiale sulla copertina del magazine uscito nelle edicole tedesche il 15 aprile, sono state create da una piattaforma di chatbot (che funziona esattamente come la nota ChatGpt) chiamata Character.ai, ma tra impaginazione, titolo e formato della cover story, non c’era nulla che lo facesse capire al lettore in modo diretto. “Un contenuto chiaramente ingannevole”, dicono i pareri più critici, che hanno sollevato in Germania una rovente polemica sulla vicenda.

Nella bufera il magazine che non è nuovo a polemiche simili anche se questo è il primo caso nel quale la fake news passa attraverso una piattaforma di intelligenza artificiale. La testata rischia così conseguenze penali, non potrebbero infatti bastare le piccole note messe a fondo pagina, né gli screenshot delle risposte elaborate dal computer, per evitare il tribunale.

 

Redazione

Autore