11 Settembre vent'anni dopo
Intervista a Moni Ovadia: “Ma quale democrazia, l’Occidente ha fallito”
Moni Ovadia è tante cose. Attore, cantante, musicista, scrittore. Soprattutto, è uno spirito libero che sa andare controcorrente, che non ha paura di “provocare”. L’intervista concessa a Il Riformista ne è un compendio.
11 Settembre 2001. Attacco alle Torri Gemelle. L’America si scopre vulnerabile a casa sua. Cosa ha rappresentato quel giorno comunque indimenticabile?
Il discorso è ampio e non può essere focalizzato solo su quei tragici eventi con tutti quei morti innocenti. In quelle due Torri c’era un mondo. Qualcuno tentò di dire che non c’erano ebrei, come se qualcuno avesse avvisato i due milioni di ebrei di New York… La tragedia delle persone è stata immane. Le mie considerazioni, però, vertono sul fatto che l’Occidente, che ha avuto il suo dominus negli Stati Uniti d’America, si è sempre autopensato il meglio fico del bigoncio. Invece è ora di dire che gli Stati Uniti e tutti i loro sodali a rimorchio, tutto ciò che hanno fatto è per i propri interessi. Io sono stanco di sentir dire “ah, la democrazia…”. Non c’è dubbio che, formalmente, i paesi dell’Occidente abbiano sistemi democratici, preferisco utilizzare questo concetto perché quella americana non la definirei una vera democrazia. Preferisco la definizione di Noam Chomsky degli Usa: una oligarchia. Credere che gli Stati Uniti siano l’impero del Bene contro l’impero del Male è un po’ come credere a Babbo Natale, alla Befana. Io ritengo che il terrorismo, che pure ha le sue radici interne, l’islamismo wahabita, salafita, sia stato generato dalla politica degli Stati Uniti in quell’area. Anche l’Isis…Se senti gli agenti della Cia non più in servizio, ne senti di tutti i colori. Il problema è la politica di chi crede di avere il diritto di imporre i propri modelli e le proprie logiche agli altri. E la logica che interessa gli Stati Uniti è quella del dollaro e del sistema che permette loro di avere l’egemonia economica.
Può farci un esempio?
Cuba. Gli Stati Uniti si sono accaniti con una ferocia, in un modo vergognoso, ripugnante contro un piccolo, meraviglioso popolo e una dirigenza che pur con tutti i suoi difetti avrebbe potuto farcela a creare un modello di sviluppo diverso. Se non fosse stato per la ferocia degli Stati Uniti. Quando parlo degli Stati Uniti, ci tengo a precisarlo, mi riferisco alle sue amministrazioni, all’establishment militare, non ai cittadini. Anche la Cina è comunista ma con loro si sono comportati in maniera diversa. Con i cinesi ci si limita a fare discorsi generici sui diritti umani. Per altro se ne fregano bellamente. Sono due i grandi regimi in cui la politica ha priorità sull’economia: l’Unione Sovietica e la Cina. Per il resto, la priorità è l’economia. Se tu semini una politica totalmente autoreferenziale e celi la verità su fenomeni di reazione in aree che hanno un’altra storia culturale… I salafiti e i wahabiti sono indicati da tutti i giornali del mondo come i supporter del terrorismo. E dove hanno sede queste forze? In Arabia Saudita, che è il miglior alleato degli stati Uniti d’America! Ma per chi ci prendono?! Per quelli a cui portare le perline, come nel primo colonialismo! Ma siamo matti! L’Arabia Saudita ha uno dei regimi più repressivi, più autoritari, più sessisti. Però lì va bene. Se un tiranno, un mascalzone, oppressore del proprio popolo, è alleato degli Stati Uniti, loro dicono: “he’s a son of a bitch but he’s our son of a bitch”, “è un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana”. A loro non interessa se uno è un tiranno, un oppressore, un repressore dei più elementari diritti, basta che stia con loro. Vogliamo parlare della Turchia? Di Erdogan? Dove sono i diritti umani in Turchia? Lo strisciante genocidio del popolo curdo? Zero virgola zero. E l’Europa dietro, perché l’Europa è semplicemente penosa dal punto di vista della politica estera. Inesistente. Per tornare al tema di questa chiacchierata. Cosa hanno fatto gli Stati Uniti dopo quel terribile attacco? Scatenare una guerra. Tutti hanno detto che è stato Osama bin Laden. Ammettiamo che sia andata così. Intanto va ricordato che bin Laden è stato di supporto agli Stati Uniti quando c’erano i sovietici in Afghanistan…
In che cosa hanno sbagliato gli Usa nella lotta al terrorismo?
Dovevano fare una politica d’intelligence. Non si scatena una guerra distruggendo città, villaggi, ammazzando innocenti. Prima in Afghanistan, poi in Iraq che non c’entrava niente. Il signor Colin Powell ha raggirato il mondo intero con quella boccettina finta di antrace. Non c’è stata una voce che abbia detto esigiamo le scuse del signor Colin Powell e di tutta l’amministrazione degli Stati Uniti per avere mentito così spudoratamente all’opinione pubblica internazionale. Una guerra basata su menzogne e su falsi presupposti, è automaticamente una guerra criminale. Questo è stata la guerra in Iraq. Ci sono due criminali di guerra a piede libero: George W. Bush e Tony Blair. Perché non sono stati portati davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia, non dico per essere condannati ma almeno giudicati! All’Aia è stato portato in manette e condannato Slobodan Milosevic, dipinto come il “macellaio di Belgrado”. All’Aia Milosevic è morto d’infarto, ma nessuno si è peritato di ricordare che alla fine è stato assolto dalle accuse. Strano vuoto di memoria… Il fatto è che l’Occidente vive su una serie di pilastri…
Quali?
Primo pilastro: la retorica falsa. Secondo: le menzogne costruite ad arte sistematicamente. L’ipocrisia. E poi vive su una serie di strutture criminogene che sono fomentate da una politica che si fonda sul denaro e sul profitto. Diciamoci una cosa: i trafficanti di esseri umani, perché fanno quello che fanno? Dove vanno a finire i soldi, pazzeschi, che guadagnano? Quei soldi vanno a finire nelle grandi banche, nei paradisi fiscali. Questo, a mio parere, è un sistema fradicio, marcio. Non è che a questo sistema io contrappongo il comunismo sovietico o cinese, ci mancherebbe altro. Ma non sarebbe ora che cominciassimo a trovare modelli di sviluppo e di società alternativi a questa robaccia? Si può parlare di moltissime cose. Si possono avviare ricerche, studi per capire se possiamo vivere in un mondo dove prevalga il bene comune sull’interesse privato.
Che cosa accade dopo l’11 settembre?
Le Twin Towers sono state il casus belli per scatenare guerre criminali. Tutte le guerre di oggi sono criminali come diceva straordinariamente bene Gino Strada. Perché il 90-95% delle vittime sono i civili innocenti. Sull’Iraq poi, lo ha sottolineato persino il Parlamento inglese. Non ha processato Blair, però ha detto: hai scatenato una guerra inutile e nefasta. A casa mia si chiama una guerra criminale. L’esportazione della democrazia è stato un totale fallimento. E la stampa mainstream vagisce ancora quando si parla degli Stati Uniti. Dopo il caso Navalny, la Russia ha subito le sanzioni. Invece la politica degli israeliani nei confronti dei palestinesi – che è illegale, oppressiva, colonialista, sadica nei confronti di un popolo indifeso – la si giustifica con una serie di però. Io sono stufo di questa roba. Non mi occupo più di politica. Mi occupo di diritti umani e per quel pochissimo che posso cerco di smascherare l’insopportabile retorica che riguarda anche noi. Quando si dice che l’Italia è un grande paese, c’è da scompisciarsi dalle risate. Un paese che costringe i suoi cervelli migliori ad emigrare! Ma per favore. E come dice Peppino: “Ho detto tutto”.
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