“Se si può votare, prima si fa e meglio è. Anche in Campania, dove Vincenzo De Luca è e resta il candidato del centrosinistra”: ecco la posizione di Nicola Oddati, membro della segreteria nazionale del Partito democratico. L’ex assessore comunale di Napoli non esclude che le elezioni regionali possano svolgersi il 12 luglio come sette governatori hanno chiesto a gran voce incassando, dopo l’iniziale no del Consiglio dei ministri, una timida apertura da parte di Francesco Boccia, titolare del dicastero per le autonomie.

Lo stato di emergenza sanitaria durerà almeno fino al 31 luglio: è prudente votare in questo periodo?
“Saranno il comitato tecnico-scientifico e l’Istituto superiore di sanità a individuare il momento migliore. Però va detto che il governo ha prudentemente strutturato la ripresa delle attività in tre fasi. In alcune regioni l’andamento della curva epidemiologica consentirà deroghe e aperture anticipate rispetto a quanto stabilito da Palazzo Chigi: in questo caso non vedo perché non si possa anticipare il voto a luglio. Poi una considerazione politica: le elezioni in sette regioni erano originariamente previste a maggio, ma la pandemia ha impedito che si svolgessero. Quindi siamo già in ritardo”.

Secondo l’eurodeputato Martusciello il governo ha cambiato idea per favorire Emiliano in Puglia e De Luca in Campania…
“Anche Toti e Zaia, che appartengono al centrodestra, chiedono di votare a luglio. Non preoccupiamoci delle piccole malignità, ma dell’andamento della pandemia”.

Non teme che i governatori intendano affrettare i tempi per capitalizzare il consenso politico costruito sull’emergenza sanitaria?
“Possibile, ma è giusto andare a votare prima possibile. Governare una regione è delicato e farlo in regime di proroga non è possibile: certe decisioni vanno adottate in piena legittimità democratica. Perciò la data delle elezioni non può slittare continuamente. Tra luglio e l’inizio dell’autunno sarebbe perfetto, ma pur sempre col benestare degli esperti”.
Si parla di una modifica delle leggi elettorali regionali: è opportuno cambiare le regole a ridosso del voto?
“Le leggi elettorali sono quasi sempre state approvate o modificate a ridosso del voto. Piuttosto sarebbe il caso di uniformare i sistemi elettorali per aiutare i cittadini a comprendere certi meccanismi e orientarsi nel marasma della politica”.

Le leggi elettorali regionali sono di competenza dei Consigli regionali. Come pensa di intervenire lo Stato in questa materia?
“La strada potrebbe essere quella di una legge che definisca il perimetro entro il quale i Consigli regionali possono esercitare la propria autonomia e modificare le leggi elettorali”.

E questa ‘cornice’ prevede l’abolizione delle preferenze di cui si è parlato negli ultimi giorni?
“In nessuna sede politica si è discusso della sostituzione delle preferenze con listini bloccati. La valutazione compete al Viminale alla luce della necessità di evitare assembramenti. Di sicuro le preferenze sono motivo di riflessione. Il Pd ritiene che la suddivisione del territorio in piccoli collegi favorisca la conoscenza diretta dei candidati consentendo così di prescindere dalle preferenze che, storicamente, sono state utilizzate anche come strumenti di pressione”.

È accettabile una campagna elettorale dai ritmi particolarmente serrati, svolta prevalentemente online e senza la possibilità di incontri con gli elettori?
“La pandemia ha cambiato il modo di stare insieme. Fino a due mesi fa era impensabile che nonni e nipoti si vedessero quasi esclusivamente in video e che negli uffici si facesse un uso massiccio dello smart working. Quindi è comprensibile che la pandemia incida anche sulle modalità di svolgimento della campagna elettorale e del voto: si farà di necessità virtù”.

In Campania chi sarà il candidato del centrosinistra?
“Vincenzo De Luca è il miglior candidato possibile. L’auspicio è che venga sostenuto da tutte le forze che sostengono il governo nazionale”.

Quindi anche dal Movimento 5 Stelle? Il ministro Costa, finora candidato in pectore dei grillini, è fuori dai giochi?
“Costa è un ministro e presumo che non lascerà l’incarico”.

È possibile uno scambio, magari la Regione al Partito democratico e il Comune di Napoli al M5S?
“Siamo pronti a discutere di scelte, programmi, futuro. Non solo col M5S, ma anche con Liberi e Uguali e le liste civiche napoletane. Di sicuro serve un’azione forte tanto per la Regione quanto per gli enti locali”.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.