La “cura Ascierto” funziona a Napoli, in Italia e in Francia. La conferma arriva da centinaia di uomini e donne che – usciti dalla terapia intensiva per il Coronavirus – sono tornati a casa sani e salvi. Collaudata in Cina su un numero ridotto di pazienti, in Italia è stata messa a punto dal professore Paolo Ascierto, ricercatore del Pascale che con i colleghi dell’Istituto dei tumori e con gli specialisti del Monaldi, coordinati dall’oncologo Enzo Montesarchio, sperimenta il tocilizumab. Cinquantasei anni a novembre, moglie e due figli (di diciannove e diciassette anni) e due grandi hobby: il calcio e i fumetti che riportano il professore Ascierto nel mondo degli umani, anche se il Covid-19 ha modificato in parte la sua vita.

“Sono un oncologo, un ricercatore e non avrei mai immaginato di ritrovarmi in prima fila nella ‘medicina delle catastrofi’, lontana dal mondo oncologico. Tutto è cominciato con i primi casi di pazienti contagiati dal Coronavirus e dal rapporto che il Pascale ha con i colleghi cinesi grazie agli scambi scientifici che portiamo avanti da tempo. I casi più gravi di polmonite presentavano aspetti di natura immunologica che, proprio come i tumori, colpiscono il sistema immunitario. Mi sono messo in contatto con i colleghi di Wuhan – spiega Ascierto – per avere notizie sui casi trattati con il farmaco che utilizziamo per l’artrite reumatoide. Abbiamo chiesto l’autorizzazione all’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) per cominciare una sperimentazione. I risultati ottenuti al Cotugno, al Monaldi e in altri ospedali italiani e francesi sono stati positivi”. Che scenario vivremo? È un Coronavirus passato da un animale all’uomo o, come alcuni sospettano, è stato creato in laboratorio?

“Per quello che so – dice Ascierto – nella storia recente ci sono altre situazioni epidemiche come l’aviaria e la Sars passate dall’animale all’uomo. Si ritiene che il Coronavirus sia nato nei pipistrelli, anch’io credo a questa versione. Non so se si sono verificate altre situazioni. Lo scenario ci impone mesi di attesa per un vaccino che richiederà almeno un anno. Questo ci obbligherà a una vita diversa perché il rischio di contagi rimane alto. Si dovranno utilizzare mascherine, rispettare il distanziamento sociale ed evitare assembramenti. I problemi sanitari avranno ripercussioni forti sull’economia e sul turismo. Parlo per me – aggiunge il ricercatore – abituato a girare il mondo per convegni e ad avere contatti costanti con la comunità scientifica internazionale: invece di andare in altri Stati o in altri continenti useremo internet per confrontarci con i colleghi in videoconferenza”. Decreti e ordinanze hanno imposto settimane di quarantena, ma in maniera confusa.

“Siamo arrivati impreparati, abbiamo sottovalutato quello che era successo a Wuhan perché in Italia nessuno sapeva nulla di questo Coronavirus comparso a novembre dell’anno scorso. Si è detto che le mascherine non servivano. Poi tutto il contrario, perché le mascherine fermano le goccioline che provocano il contagio. Si aspettava una positività sintomatica, poi si è capito che i grandi portatori sono gli asintomatici. Stessa cosa con i tamponi e con i test rapidi. Questa è la prima delle emergenze del futuro e, non sapendo nulla del virus da combattere, siamo andati avanti per step basandoci su alcune indicazioni giunte da Wuhan”. In Italia si è quasi scatenato un conflitto tra Nord e Sud, con polemiche tra addetti ai lavori: Galli contro Ascierto, Burioni contro Tarro.

“Posso dire come la penso? Nella vita faccio il ricercatore, lavoro per aiutare con nuove terapie chi ha problemi oncologici. Della polemica con Galli – spiega a mezza voce Ascierto – quasi mi vergogno perché non sono abituato a queste cose. Quella storia mi ha permesso di consolarmi per le grandi dimostrazioni di affetto che ho ricevuto da tutti, colleghi e illustri sconosciuti. L’Aifa ha autorizzato la sperimentazione proposta dall’Istituto Pascale sul tocilizumab e questo è un dato di fatto. Non credo ci sia un conflitto Nord-Sud o viceversa. Giordano Beretta è il presidente della società di oncologia medica e può confermare che i rapporti tra addetti ai lavori sono stati sempre ottimi, com’è avvenuto in videoconferenza alla quale ho partecipato con colleghi di Milano, Padova, Lodi e Parma”. Serve un anno per il vaccino anti-Covid. Ma potrebbero essere vicini i tempi per la fase 2 degli ospedali. C’è tanta, troppa gente in lista d’attesa per terapie ed interventi chirurgici.

“Tutto dipenderà dai numeri. Gli Stati Uniti contano più morti della guerra in Vietnam, la Germania ha provato a riaprire e si è ritrovata con un picco molto alto di contagi. C’è necessità di far ripartire l’attività chirurgica e medica, si potrebbe cominciare presto – aggiunge Ascierto – ma tutto dipende da come andrà la fase 2 per gli italiani”. Si ha quasi l’impressione che in Italia i numeri sulla pandemia siano inattendibili. “Sono sottostimati. Non quelli dei deceduti per i quali c’è un margine di errore che oscilla tra il 2 e il 3 per cento. Sappiamo invece poco dei contagiati perché i tamponi erano riservati a chi aveva i sintomi della positività, stessa cosa per gli asintomatici”. Una quarantena così lunga è condivisibile? “Sicuramente, lo confermano i contagi in calo. Ma parliamo dei pregi della sanità meridionale: abbiamo specialisti di valore come Fortunato Ciardiello, Cesare Gridelli, Giacomo Cartenì, Sandro Pignata e tanti altri che preparano linee guida nazionali e internazionali per affrontare importanti patologie”.