Il prossimo ministro della giustizia
Intervista a Roberto Giachetti: “Un radicale al Csm sarebbe una garanzia”
Onorevole Roberto Giachetti (Italia Viva), nel centrodestra due forze politiche si dichiarano apertamente e contemporaneamente garantiste e giustizialiste. Come ha detto Fiandaca “non esiste un garantismo dimidiato’.
La Lega ha avuto solo una breve parentesi garantista, quella sui referendum ‘giustizia giusta’ promossi con il Partito Radicale. Poi mi pare che si sia riappropriata della veste giustizialista, non solo in tema di esecuzione penale. Con Fratelli d’Italia siamo in una situazione molto simile: loro non hanno firmato neanche tutti i referendum, non sono mai stati particolarmente garantisti. Il tema però è un altro.
Quale?
Fratelli d’Italia ha candidato Carlo Nordio. Qui ci sono due possibilità: o lui si presta a fare la foglia di fico – ma conoscendolo dubito possa essere così – o rappresenta – come auspico – un cambio di linea di Fd’I in tema di giustizia.
Troppo ottimista onorevole. Nordio, appena uscito dall’assemblea dei parlamentari, ha dichiarato: “Bisogna almeno per ora lasciar da parte tutte le situazioni più divisive anche con la magistratura. La cosa più importante da fare è rendere la giustizia più efficiente e più rapida”. Si allontanano quelle riforme come separazione delle carriere o inappellabilità delle sentenze di assoluzione.
Questo, purtroppo, è un disco rotto che si ripete. Pure Berlusconi quando ha avuto i numeri in Parlamento non ha fatto le riforme strutturali della giustizia che aveva promesso. Casomai lo ricordiamo per il lodo Alfano. Adesso come allora in campagna elettorale si dicono determinate cose, pure rispondendo all’appello dell’Unione Camere Penali, poi improvvisamente si fa marcia indietro. Anche noi abbiamo risposto positivamente a quell’appello e andremo avanti, sfidando tutti coloro che si erano detti d’accordo sulle riforme liberali della giustizia.
La politica ha ancora paura della magistratura?
Sì: ogni volta che la politica si avvicina alla concreta possibilità di mettere in campo delle riforme che limitano lo strapotere della magistratura immediatamente arriva una inchiesta che, casomai dopo quattro o cinque anni, finisce nel nulla. Ma è sufficiente a far bloccare tutto. La politica non è in grado di prendersi le responsabilità che le competono. Dall’altra parte c’è un Anm che interviene su ogni tentativo riformatore non gradito, addirittura scioperando, come avvenuto qualche mese fa, benché la Costituzione preveda che noi facciamo le leggi e i magistrati le applicano.
Quindi solo il Terzo Polo è pronto a ‘sfidare’ le toghe?
Togliendo il Partito Democratico, ormai succube dei Cinque Stelle, e considerato quanto detto prima sulle forze politiche di maggioranza direi di sì.
Ma come ne esce il Pd dallo psicodramma che sta vivendo?
Ho capito che sarebbe accaduto questo quando mi sono candidato alle primarie del 2018. Il loro pensiero è subalterno ai M5S e con ‘loro’ mi riferisco a quella parte che ha sterminato, anche con le scelte delle candidature, il residuo pensiero riformista nel Partito. Il Pd sta tornando, con una classe dirigente meno autorevole di quanto era quella del Pci, proprio al Pci. Anzi, a causa dell’alleanza con Fratoianni, il Pd si sta posizionando addirittura prima di Berlinguer. Almeno lui era contrario all’uscita dell’Italia dalla Nato, mentre gli alleati del Pd – Verdi e Sinistra italiana – si sono opposti all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza atlantica. Sa qual è la cosa che mi fa più male?
Dica.
È vedere come un partito con la storia del Pd si stia facendo beffeggiare ed umiliare dal M5S.
C’è grande preoccupazione per le carceri. Con questa maggioranza si rischiano passi indietro.
Come non essere preoccupati! Ormai abbiamo i giorni scanditi dai suicidi dei detenuti, a cui si aggiungono molti atti di autolesionismo che per fortuna non sfociano in decessi. La politica, o meglio le forze di maggioranza, invece di agire per impedire che certe cose avvengano fanno dichiarazioni per annunciare irrigidimenti dell’esecuzione penale.
Manca meno di un mese all’8 novembre, termine massimo concesso dalla Corte Costituzionale per emanare una legge sull’ergastolo (non) ostativo. Cosa si aspetta?
La legge venuta al momento fuori dal dibattito parlamentare è addirittura peggiorativa della norma ritenuta incompatibile con la Costituzione. Avrei auspicato che la Consulta non avesse concesso altro tempo alle Camere, quindi mi auguro che alla prossima scadenza dichiari definitivamente l’incostituzionalità della norma.
Rita Bernardini ha lanciato la candidatura dell’avvocato Giuseppe Rossodivita quale laico del prossimo Consiglio Superiore della Magistratura. Che ne pensa?
Mettere un radicale nell’organo di governo autonomo della magistratura sarebbe una garanzia. Conosco Rossodivita e le battaglie che ha condotto, alcune anche insieme. Penso quindi che l’idea di Rita sia assolutamente intelligente e sensata. Credo che lui abbia tutti i titoli per essere candidato ed eletto e darebbe un grande contributo ad una riforma della giustizia che inevitabilmente deve trovare anche una sua spinta all’interno del Csm.
© Riproduzione riservata