“Nessuna richiesta di dimissioni”. Matteo Salvini getta ancora acqua sul fuoco dopo l’offensiva del leghista Borghi contro il Capo dello Stato. Il senatore in occasione della Festa della Repubblica si era scagliato contro il Presidente: “Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione – aveva ricordato il 2 giugno – Se Mattarella pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione Europea invece dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi”, rincarando la dose su un ironico scenario di riscrittura dell’articolo 1 della Costituzione.

Salvini: “Nessuna telefonata con Meloni”

Intervistato dal Messaggero, il vicepremier ha ribadito che “Mattarella ha la stima della Lega, anche perché è garante di quella Costituzione che parla di pace”, ma ammette che “Parlare di sovranità europea proprio il 2 giugno, che è la festa del popolo italiano, è parso singolare”. Il teatrino della Lega sorge spontaneamente; adetta di Salvini non c’è stata alcuna telefonata con Giorgia Meloni, nessuna richiesta di ritrattare, e il leader leghista ribadisce: “Non ci sono problemi col capo dello Stato”

Dalla NATO alle Europee: “Vannacci sarà stravotato”

Salvini tocca anche il tema NATO: “A me l’Alleanza va benissimo, ma in chiave difensiva e non per fare la guerra”, e torna sulla fine del governo Conte e il quello Draghi: “Non potevamo lasciare l’Italia nel pieno del Covid nelle mani di Conte, Di Maio e Speranza. La gente che ci rimproverava il governo con Draghi adesso sta tornando verso la Lega. Riconosce le nostre idee”. Infine il punto sulle Europee: “Giorgetti non si dimetterà, abbiamo parlato e ci siamo trovati d’accordo sul fatto che questo governo, con lui dentro, andrà avanti per 5 anni. La Lega sarà la bella sorpresa delle Europee e Vannacci sarà stravotato in tutta Italia”. E sul risultato della Lega che rischia di essere sorpassata da Forza Italia, il leader del carroccio commenta: “Lo escludo e spero che tutti i partiti della maggioranza crescano”. Inevitabile il tema dell’astensionismo: “La politica deve recuperare credibilità. Dopo il golpe contro Berlusconi ci sono stati una serie di governi tecnici. Anche queste dinamiche credo abbiano convinto gli italiani ad allontanarsi dalla politica”.

Redazione

Autore