Nel mio vagare nelle ‘’fumerie d’oppio’’ dei talk show mi sono procurato un mare di critiche e di insulti (ma anche qualche simpatia, magari riservata) in occasione di alcune performance che hanno ringalluzzito i media e che sono rimaste nella cronaca. Senza andare troppo lontano nel tempo mi soffermo sugli ultimi tre anni: dalle elezioni del 2018 ai nostri giorni. Partecipando alla trasmissione de L’aria che tira, in vista dell’affermazione delle forze populiste, mi venne da dire ad un’esterrefatta Myrta Merlino che, in caso di vittoria grillina, mi sarei dato fuoco in piazza Maggiore come Jan Palach. Ovviamente, dopo mi chiesero conto della mancata autocombustione. Ancora adesso, quando qualcuno ha modo di commentare un mio articolo che non condivide, mi ricorda sempre quella promessa mancata.

Poche settimane dopo, quando il presidente Sergio Mattarella si era messo di traverso sul nome di Paolo Savona all’Economia ed era stato minacciato di impeachment , mi trovavo da Massimo Giletti (a Non è l’Arena); mentre tutti criticavano il capo dello Stato mi lanciai in un ‘’Mattarella facci sognare’’. Ma il bello venne quando, nell’agosto 2019, a Matteo Salvini scappò il piede dalla frizione e si ‘’mandò a fare in culo da solo’’ (questo fu il mio commento a Stasera Italia, ripreso in un video a discreta circolazione). A proposito di deretano del leader della Lega, poche settimane dopo, a L’aria che tira, venne presentata nel corso della trasmissione una intervista registrata di Matteo Salvini. Quando fu chiesta la mia opinione, risposi con un discorsetto che mi ero preparato e che finiva con un vaffanculo all’indirizzo del leader della Lega. In studio c’era Massimo Bitonci (che io stimo perché era stato un bravo sindaco) il quale minacciò di andarsene se io non avessi chiesto scusa, poi Myrta Merlino trovò il modo di sistemare la cosa. Quella performance mi procurò un contro video di Matteo Salvini, ma una grande popolarità tra molte persone che tuttora incontro in autobus.

Quando si votava per il presidente dell’Emilia Romagna all’inizio del 2020, mi capitò di paragonare in pubblico – subito ripreso dalle agenzie – la candidata del centro destra, la leghista Lucia Borgonzoni, al cavallo che Caligola volle nominare senatore. La sera stessa mi trovai a Stasera Italia insieme alla Borgonzoni e ad altri suoi supporter che me ne dissero di tutti i colori. Metto da parte le mie polemiche sulle misure di contenimento del virus, specie durante il primo lockdown, che ormai appartengono ad una fase chiusa almeno nell’orientamento del governo Draghi che ha corso, giustamente, il ‘’rischio ragionato’’ di riaprire il più presto e il più possibile, archiviando l’errore sciagurato del blocco dei licenziamenti per ben 500 giorni. Adesso credo nei vaccini, ritengo razionale e flessibile la soluzione del green pass (o dell’esito di un tampone negativo) per entrare in luoghi di socialità, in particolare nelle aziende, per tanti motivi che ho avuto modo di spiegare anche su Il Riformista. Sono contrario sul piano tattico ad aprire adesso una iniziativa legislativa per rendere obbligatoria la somministrazione del vaccino, perché congelerebbe ogni iniziativa per mesi e darebbe argomenti ai no pass per attendere l’approvazione della legge prima di ogni altra decisione. Del resto i problemi si manifestano ora nei settori (scuola e sanità) in cui è operativo l’obbligo di vaccinazione.

Giudico incomprensibile la posizione dei sindacati che si dichiarano a favore delle vaccinazioni di massa, mantenendo un atteggiamento ambiguo nei confronti dei ‘’renitenti’’, quando – come dimostra l’accordo di Brescia – avrebbero davanti a sé da percorrere delle praterie di negoziato per aggiornare l’azione benemerita innestata dai Protocolli per la sicurezza (aprile 2020) che hanno consentito ad importanti settori produttivi di riaprire e lavorare, ma che non erano in grado di prevedere e gestire il problema delle vaccinazioni perché non vi era la disponibilità dei prodotti. Ho trovato pertanto inaccettabili le manifestazioni e gli slogan del nuovo movimento no vax e l’inizio di una fase di sovversione e violenza (che prima del flop del 1° settembre sembrava una deriva certa). Così, a Stasera Italia, alla conduttrice infaticabile che mi chiedeva cosa occorresse fare, ho risposto che sarebbe stato opportuno richiamare in servizio il gen. Fiorenzo Bava Beccaris, colui che nel 1898 prese a cannonate gli scioperanti (come dice la canzone popolare ‘’Il feroce monarchico Bava gli affamati col piombo sfamò’’).

Chi era questo ufficiale sabaudo? Aristocratico e militare di carriera, figlio di militari, era commissario straordinario a Milano durante lo stato d’assedio e non esitò a usare le armi per riportare l’ordine (in verità chi protestava per il prezzo del pane avrebbe meritato maggiore considerazione e tolleranza dei ‘’terrapiattisti’’ no vax di nuovo conio).
Ovviamente non è stato colto il senso del mio paradosso (sui social sono circolare minacce ben più gravi e realizzabili). E sono stato accusato di esasperare gli animi: questa è la frase che ha fatto il giro dei media: «Il ministro Lamorgese richiami in servizio Bava Beccaris che sa come trattare questa gente, questi terroristi». Faccio umilmente notare che l’accusa di terrorismo è stata lanciata da altri sui media, tra cui Matteo Bassetti uno dei virologi protagonisti dello schermo. E che nelle stesso ore, Tomaso Montanari e i suoi accoliti andavano a raccattare nell’immondezzaio della storia il ‘’negazionismo’’ delle Foibe. Probabilmente ho esagerato; come mi è stato detto, mi sono esposto a facili critiche. Mi succede. E queste considerazioni non mi vengono in un momento di particolare verve polemica.

La verità è che ci penso prima. Se mi avessero chiesto, per esempio, quale linea tenere contro i piromani che hanno bruciato mezza Italia avrei risposto certamente: ‘’esecuzione sul posto, senza processo’’. Poi so benissimo che la giustizia sommaria non è giustizia; che le responsabilità vanno accertate da un giudice; che a sparare nel mucchio si colpiscono anche degli innocenti. Ma trovo tanto crudele distruggere vegetazione, animali, mettere a rischio la stessa vita delle persone, procurare danni irreparabili al territorio, che non mi sento di avere pietà perché i piromani non sono solo dei criminali, ma dei vili. Anche per quanto riguarda i no vax, non mi sento offeso da loro perché, in teoria, mettono a rischio la mia salute. Mi sento offeso perchè sono degli imbecilli, pronti a credere a tutto ciò che ha accompagnato le più grandi tragedie della storia. Vogliamo fare una prova? Mettiamo in circolazione una nuova versione dei Protocolli dei Savi di Sion, dove si racconta che l’epidemia è stata provocata dalla lobby ebraica che controlla Big Pharma, allo scopo di fare profitti e dominare il mondo. Vogliamo scommettere che vi sarebbero dei rigurgiti crescenti di antisemitismo (anche se i no pass vanno in giro con la stella gialla cucita addosso)? In fondo quella nefasta subcultura è stata coltivata in Europa ben prima del Nazismo, sulla base di vere e proprie menzogne: i sacrifici umani durante i riti religiosi; lo spregio delle ostie consacrate. Per arrivare ad accuse più sofisticate: i collegamenti internazionali tra le diverse comunità che li faceva sembrare stranieri in patria; il controllo del potere economico e quant’altro.

Se questi protagonisti dei guai del mondo assumessero le sembianze di Suss l’ebreo, non avrebbero bisogno di cambiare connotati. George Soros non è forse accusato di fomentare e finanziare l’immigrazione selvaggia allo scopo di avere dei nuovi schiavi da far lavorare nelle nostre aziende per privare i lavoratori dei loro diritti? Poteri forti, massoneria, mafie, imprese multinazionali stanno sempre a tramare per impadronirsi del mondo. Io penso che il sonno della ragione generi sempre di mostri. Non è una questione di libertà di opinione perché chi è prigioniero di convinzioni errate non è libero. Ed è disposto a tutto perché è peggio di un bugiardo. Quest’ultimo mente, ma conosce la verità; il peracottaro non la cerca neppure.