La pandemia ci ha abituati alla corsa alle farmacie: prima era il gel disinfettante per le mani, poi le mascherine, zitromax e infine i tamponi. Ma a partire dal Belgio arriva una nuova corsa alle farmacie: quella alle pillole allo iodio. Perché? La situazione Ucraina e il timore per l’utilizzo di armi nucleari e il recente attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno portato le persone a cercare le pillole allo iodio “anti-radiazioni”. Una corsa al farmaco che potrebbe diffondersi anche in altri paesi europei. Ma queste pillole sono davvero utili per questo scopo?

“L’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso compresse di iodio”, ha twittato l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare, ricordando che le compresse di iodio non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa, ma solo su indicazione delle autorità.

Quando ci fu l’incidente di Chernobyl ci fu una grossa emissione di iodio-131, che è radioattivo. Le pillole sono composte da iodio non radioattivo che può servire da deterrente. Secondo quanto spiegato da Repubblica, se l’isotopo radioattivo viene inalato, può accumularsi nella tiroide e favorire lo sviluppo di cancro. Perciò, l’assunzione delle compresse di ioduro di potassio può impedire l’accumulo di iodio radioattivo nella tiroide saturandola con iodio non radioattivo. Tecnicamente, la pillola serve se lo iodio radioattivo viene rilasciato nell’aria, a saturare la ghiandola tiroidea, prevenendo così l’assorbimento di iodio radioattivo e il conseguente rischio di cancro alla tiroide.

Non esiste un’indicazione ad assumere integratori o pillole che contengano iodio se non in circostanze particolari, per esempio in previsione di alcuni interventi chirurgici sulla tiroide oppure in gravidanza o in chi segue una dieta particolarmente restrittiva”, chiarisce Marcello Bagnasco, presidente dell’Associazione Italiana della Tiroide (Ait) e specialista in endocrinologia, medicina nucleare e immunologia clinica, intervistato da Repubblica. “A parte queste situazioni specifiche, non c’è nessuna indicazione ed è più che sufficiente per mantenere un buon livello di iodio l’uso del sale iodato in cucina. Ancora più inutile la supplementazione di iodio nelle in persone a cui è stata tolta la tiroide”.

Dunque in Belgio è già iniziata la corsa allo iodio e i rivenditori online hanno già lanciato offerte sugli integratori allo iodio. “Nel nostro Paese – ha detto Bagnasco – questi preparati vengono venduti in forma di integratori e non sono soggetti a prescrizione medica, quindi ognuno può comprarlo in farmacia a spese proprie, ma è fondamentale evitare acquisti incontrollati anche perché è assurdo pensare di attuare una profilassi preventiva su scala mondiale”.

E il medico avverte sull’importanza di non assumere farmaci e integratori in autonomia perché presi dalla paura. “Se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico compresse di iodio si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali come, per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni. In particolare, nei soggetti con ipotiroidismo potrebbero esserci conseguenze indesiderate più sensibili. Va evitato l’uso incontrollato sulla base del principio che ‘non si sa mai’. Sono forme di psicosi che possono fare danni”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.