Ore di apprensione per le condizioni di salute di Narges Mohammadi, la dissidente iraniana premio Nobel per la pace nel 2023 colpita da un infarto in carcere. A denunciare l’accaduto è Amnesty Italia su X rilanciando un messaggio di Lettres de Teheran. “Preoccupa l’assenza di informazioni sullo stato di salute di Narges Mohammadi, prigioniera di coscienza iraniana e Nobel per la pace 2023, dopo la notizia di una crisi cardiaca e del successivo ricovero in ospedale”. Narges è “detenuta nella prigione di Evin” e “ieri ha avuto un infarto ed è stata trasferita in ospedale. I suoi parenti – prosegue questo account iraniano – non hanno notizie né della sua condizione né di lei”.

Narges Mohammadi – che ha iniziato da mesi uno sciopero della fameè stata arrestata 13 volte dal regime iraniano e condannata in totale a 31 anni di carcere. Tra i volti principali della lotta per i diritti umani, oltre ad aver partecipato alle proteste dello scorso anno scoppiate nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini, ha ricevuto il premio Nobel per la Pace 2023 “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti”.

La vita di Narges Mohammadi: la lotta per i diritti delle donne in Iran 

Nata nel 1972 a Zanjan capoluogo dell’omonima provincia a Nord dell’Iran, Narges Mohammadi è attivista sin dai tempi in cui studiava Fisica all’università, anni in cui ha fondato il gruppo degli “Studenti illuminati”. Già a partire dagli Anni ’90 entrava ed usciva dalle prigioni, per aver sostenuto la campagna elettorale del riformista Mohammad Khatami, eletto presidente nel 1997 e nel 2001 grazie al voto delle donne e dei giovani, illusi di poter ottenere riforme e diritti.

Quello contro l’hijab obbligatorio per le donne, tra i cardini principali su cui si fonda la Repubblica islamica, è da sempre il suo cavallo di battaglia e l’ha esposta alla repressione del regime. Ma nonostante i rischi, Narges non ha mai scelto di lasciare l’Iran come invece ha fatto Masih Alinejad, giornalista esule negli Usa, che qualcuno ha considerato come contendente per lo stesso premio.

E’ già vice-presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani un’organizzazione non governativa guidata da Shirin Ebadi, di cui Narges è considerata l’erede. Ebadi avvocatessa e pacifista iraniana, è stata la prima musulmana a ottenere il premio Nobel per la pace nel 2003. Vive a Londra, in esilio, dal 2009.

Redazione

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