È stata impiccata questa mattina Samira Sabzian, ex sposa bambina, che aveva trascorso anni in prigione in Iran ed era stata condannata a morte per l’omicidio del marito. La notizia viene riportata dall’organizzazione non governativa Iran Human Rights, che evidenzia come Samira sia stata vittima dell’apartheid di genere, dei matrimoni precoci e della violenza domestica, oltre che di un terribile regime, primatista mondiale per il numero di esecuzioni pro capite: soltanto quest’anno 18 donne sono state giustiziate.

Le fonti dell’ONG indicano che l’esecuzione si è svolta nel carcere di Qeezel Hesar a Karaj e che, inizialmente prevista per il 13 dicembre 2013, l’esecuzione era stata posticipata di una settimana a seguito delle reazioni della società civile.

Chi è Samira Sabzian, l’ex sposa bambina condannata a morte per l’omicidio del marito

La storia di Samira è intrisa di sofferenza: sposata giovanissima, a soli 15 anni, è stata una vittima di violenza domestica prima di essere accusata di omicidio. L’ONG riferisce che Samira Sabzian, madre di due figli, è stata imprigionata per circa 10 anni, durante i quali le è stata negata la possibilità di vedere i suoi bambini. Mozhgan Keshavarz, attivista iraniana e compagna di cella di Samira per quasi tre anni, ha condiviso la dura realtà di Samira, sottolineando quanto abbia sofferto in prigione a causa dell’isolamento dai suoi figli, vittima della pratica dei matrimoni precoci.

Il direttore dell’ONG, Mahmood Amiry-Moghaddam, ha esortato alla responsabilità i leader della Repubblica Islamica, tra cui Ali Khamenei, definendo l’evento un crimine. Ha evidenziato come Samira fosse tra i membri più vulnerabili di una società priva di voce, e ha sottolineato la necessità di una lotta quotidiana per salvare altre persone che potrebbero essere vittime della macchina omicida del regime.

Redazione

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