L’isola è un posto non ordinario
Isola d’Elba elegante e bisbetica: spiagge popolari ma noi vorremmo vederla più moderna, quindi ricca
Ancora oggi, dopo 30 anni, io passo parte delle mie serate a dialogare con i miei amici d’infanzia nella ‘Chat’, che si chiama ‘Elba per sempre’. Raccoglie una decina di noi, maggioranza milanese, minoranza romana, che si sono conosciuti da ragazzini tra le spiagge di Marina di Campo e Procchio, sfidati sul mitico campo da calcio di Sant’Ilario, borgo in altura sopra Marina di Campo, aria di montagna e vista mozzafiato, divertiti e commesso qualche sciocchezza da Giannino Live Music, pazzesco e tipicissimo locale di musica dal vivo, vero punto di riferimento per tutta la Toscana di un tempo che fu, e che ahimè non tornerà.
L’Isola d’Elba e’ stata il teatro di un’amicizia che dura da una vita e durerà finche’ vivremo. Un teatro bellissimo, colorato da un mare straordinario, poco impegnativo e ostile, con una vegetazione incredibile fatta di una selva senza fine di pini che si tuffano in acqua, su un’isola dai panorami incantati e maestosi, eleganti e suggestivi, dove ogni anno fanno tappa diversi grandi del mondo (e’ appena ripartito Micheal Jordan, a bordo del suo yacht da 100 metri, ormeggiato nel golfo della Biodola, da cui si osserva un tramonto stupendo, su una spiaggia dolce, di grande respiro, abitata da turisti italiani di ogni condizione e censo, e stranieri, su cui negli anni 90 i miei amici milanisti palleggiavano col loro idolo Marco Van Basten, ospite fisso della struttura, e dove a giorni dovrebbe arrivare la premier Giorgia Meloni).
Ogni anno, anche solo per pochissimi giorni, noi ragazzi ormai uomini, che li siamo stati anche bambini felici, torniamo sull’isola per vedere come sta. Vediamo i passi avanti che vengono fatti, e ci rammarichiamo per quelli che invece tardano a farsi. Che consentirebbero a quest’isola cosi bella e mai soffocante perché’ grande (da Marina di Campo al capo estremo dell’isola, Rio Marina, ci vuole un’ora e mezza, come scoprii sulla mia pelle una volta che sbagliai imbarco a Piombino, partendo per Rio Marina appunto, anziché’ per Portoferraio, che e’ il porto di approdo principale, con un traghetto da Piombino ogni mezz’ora) di sfidare facilmente colossi come Ibiza fondati su libertà e divertimento concepito come vera e propria industria, capace di attrarre alle Baleari turisti di tutta Europa e residenti tutto l’anno.
L’Isola d’Elba è molto più bella di Ibiza: Cavoli, un tempo spiaggia carnaio capace di attrarre giovani da tutta l’isola e farli ballare in pieno giorno, sotto al sole, e’ più bella di Cala Jondal; Fetovaia, acqua turchese, e’ molto meglio di Cala Comte, Procchio con la sua passeggiata salotto, i suoi campi da tennis praticamente in acqua, e il golfo aperto e dolce e’ molto meglio delle anonime Salinas, il paese di Capoliveri assai meglio di Santa Gertrudis, come Porto Azzurro e’ piu’ bella di Sant Antoni, e Capo Enfola e Golfo Stella di Es Vedra. Eppure, anche se all’Elba il mare e’ meglio, e chi ha la barca non soffre l’affollamento in nessunissima baia perché’ il posto e’ aperto e c’è davvero spazio per chiunque, anche se consente escursioni iper suggestive e variegate (passeggiare fino sul Volterraio e’ incredibile, vedi tutta l’isola dall’alto e l’orizzonte fino alla Corsica, con Montecristo sempre li, bella e malinconica perché’ inavvicinabile) eppure -dicevo- incassa un decimo di Ibiza ed e’ meta scelta si’ dalla famiglie per via della facile gestione dei bambini (specie negli hotel, quasi tutti dotati di miniclub), ma saltata dai giovani italiani, che potendo ormai volare con molti meno euro di quanto non potessimo fare noi, scelgono altri posti di vacanza, lamentando scarsa possibilità di divertimento su un’isola che -vi assicuro- divertente lo e’ stata eccome, fino a 20 anni fa (intere generazioni hanno fatto serata al Club 64, suggestiva discoteca con tra Procchio e Biodola, o allo scalmanato Tinello a La Pila, accanto al Tennis bar, per poi finire a Marina di Campo a fare colazione con schiaccia e pizza al formaggio al forno Bertelli, gestito da sole donne).
Recentemente, in piena aderenza al pessimo vizio che la politica italiana ha ormai fatto congenito, cioè quello di non fare scelte di medio periodo votate allo sviluppo, si e’ tenuto un referendum per allungare la pista dell’aeroporto di Marina di Campo, un tempo la località più animata dell’Elba (celeberrime le uscite esodo alle 5 di mattina dopo aver cantato a squarciagola da Giannino), e consentire cosi ad aerei più grandi di atterrare, portando turisti anche diversi e più ricchi sull’isola, e allacciando l’Elba con alcune città in Europa, Italia compresa, visto che da Roma ad esempio per arrivare a Piombino, devi per forza metterci almeno due ore e mezza di auto, se non trovi traffico sull’Aurelia-mulattiera (a quando l’autostrada Tirrenica, con tanti saluti a Capalbio e al suo popolo di lamentosi radical chic che se ne fottono dei morti che una carreggiata a senso doppio produce ogni anno per la loro resistenza reazionaria a completare l’autostrada che manca da Tarquinia a Rosignano?). Ebbene dicevo, il referendum ha avuto un’affluenza inferiore al 50% e quindi e’ nullo.
E l’aeroporto per il momento resta quello di sempre. Impossibile dunque ospitare gente che verrebbe volentieri a spendere sull’isola. “Ci facciamo bastare quello che abbiamo” sembra il motto di un posto che potrebbe avere molto molto di più, visto il suo mare, i suoi panorami, la sua ottima produzione di vini che spinge noi a fare aperitivo sui tavoli tra le vigne dell’azienda Cecilia gestita a ridosso di Marina di Campo da due fratelli milanesi doc, i Signorini, che all’Elba hanno scelto di vivere e investire, le sue spiagge lunghissime dove e’ bellissimo fare il bagno anche alle 19, e i segni della permanenza durata nove mesi di Napoleone, reduce dalla sconfitta nella battaglia di Lipsia del 1814 (ancora oggi, ogni 5 maggio, si celebra messa alla Chiesa della Misericordia, a Portoferraio, e l’Elba ha un teatro, quello dei Vigilanti, grazie a lui). Napoleone capì subito l’Elba e scelse come residenza Villa Mulini, sopra Portoferraio, oggi peraltro museo visitabile. Da li poteva osservare facilmente ogni eventuale arrivo ostile. Ma passava tempo anche a Villa San Martino, nell’omonima località, dove oggi si ammirano stampe napoleoniche dell’’800 e arredi d’epoca strategicamente collocati nelle belle sale affrescate, e al Santuario della Madonna del Monte di Marciana.
Che è anche il porto turistico più rinomato, attorno a cui soprattutto nel dopoguerra diversi personaggi famosi scelsero come meta di villeggiatura la zona di Poggio, il piccolo e straordinario, sempre freschissimo borgo sopra Marciana: da Winston Churchill a Greta Garbo, da Onassis a Giorgio De Chirico, da Re Edoardo di Windsor fino al nostro Ministro degli Esteri Antonio Martino, con cui feci la mia ultima esilarante e altrettanto illuminante cena all’Elba, qualche anno fa). Negli anni 50/60 buen ritiro dello stilista Balmain e della nobiltà inglese, Marciana negli anni 70/80 diventa meta alternativa alla Costa Smeralda per industriali e imprenditori del nord come Trussardi, da cui andava spesso ospite Re Juan Carlos. Entrambi appassionati di macchine, di notte sfrecciavano nei percorsi del mitico rally dell’Elba, ci raccontava ammirato un maresciallo dei Carabinieri. Accanto a questi personaggi, quasi a contrasto (il carattere degli elbani e’ molto dissacrante e non proprio ospitalissimo, ancora ricordo il cartello in una macelleria: “Chi ha furia, si avii”, cioè “Se hai fretta, vattene”) una serie di personalità locali dai mestieri più disparati (portuali, ristoratori, commercianti), tutti capaci di dispensare detti e massime di vita esilaranti. Tra cui Luigi, proprietario dell’omonima trattoria, rustica e d’eccellenza (grandissime la sua carbonara e la sua carne), sulle colline, dove ti accoglie tra pareti tappezzate di poster di Che Guevara e prime pagine de Il Manifesto (ma tranquilli, e’ uno di sinistra col portafogli molto a destra).
Insomma, l’Elba e’ un posto non ordinario: per le spiagge molto popolari e bellissime come Sansone, le sue pinete fantastiche, i suoi panorami maestosi, i fondali mozzafiato, e la rusticità di chi ci vive. Un luogo slow (è per questo che i protagonisti dei Delitti del Bar Lume, girato a Marciana Marina, amano restarci anche quando non ci sono le riprese) dove ritrovare sempre le stesse cose, dove non esiste frenesia o bisogno di creare nuovi servizi o intrattenimenti. Agli elbani piace così, a noi che all’Elba vogliamo bene da sempre e la vediamo come una splendida donna, un po’ invece dispiace perché’ la vorremmo più moderna e protagonista, quindi ricca. Come si meriterebbe, vista la sua eterna, elegante bellezza. Che ci ha cresciuto e ispirato. E che ogni anno, noi che siamo anche un po’ figli suoi, torniamo ad ammirare, sorridendo.
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