Almeno 35 persone sono morte a seguito di un bombardamento israeliano di un campo profughi (vicino alle tende dell UNRWA) a nordovest di Rafah nella tarda serata di ieri. “Un massacro che supera ogni limite”, secondo quanto riferito da Nabil Abu Rudeineh, portavoce presidenziale dell’Autorità nazionale palestinese, che ha fortemente condannato l’operazione. L’offensiva è stata confermata anche dall’esercito israeliano, che ha precisato di aver mirato la sede di Hamas mentre era in corso una riunione di alto livello del gruppo terroristico, utilizzando munizioni di precisione e sulla base di informazioni di intelligence che avevano indicato l’uso dell’area da parte di terroristi di Hamas. Nella nota si fa menzione di due comandanti uccisi. Secondo fonti arba, l’obiettivo era anche un deposito di missili che Hamas voleva usare contro Israele.

Il portavoce ha sottolineato “l’urgente necessità di un intervento per fermare immediatamente i crimini commessi contro il popolo palestinese”, e ha chiesto all’amministrazione statunitense di “costringere Israele a fermare questa follia e questo genocidio che sta commettendo a Gaza, in particolare a Rafah”.

Redazione

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