L’attacco nel cuore di Beirut, rivendicato ufficialmente da Israele aveva un obiettivo preciso: quello di ucciderei il comandante Ibrahim Aqil – membro del Consiglio della Jihad – ricercato dagli Stati Uniti non solo per il suo ruolo nell’attentato del 1983 alla caserma dei Marines americani a Beirut, ma anche per aver diretto la presa di ostaggi americani e tedeschi in Libano negli anni ‘80. Conosciuto pure come Tashin, aveva una taglia Usa da 7 milioni di dollari. L’offensiva aereo alla periferia di Beirut  è avvenuta a Dahiyeh, sobborgo prevalentemente musulmano sciita nel Sud della città e nota roccaforte di Hezbollah, che nella giornata aveva lanciato circa 200 missili contro Israele.

L’attacco mirato

L’esercito di Tel Aviv ha parlato di “attacco mirato” visto che “Pianificavano di infiltrarsi nel Nord di Israele e prendere il controllo delle comunità della Galilea, rapire e uccidere civili come fece Hamas il 7 ottobre”. Secondo quanto riportato da Haaretz, Aqil era appena stato rilasciato dall’ospedale dopo essere rimasto anch’egli ferito nell’esplosione dei cercapersone. Il Ministero della Salute libanese ha dichiarato che l’attacco ha causato almeno 14 morti e decine di feriti, tra cui alcuni bambini.

I membri del gruppo ucciso e la posizione USA

Intanto Hezbollah ha diffuso i nomi di tutti i 14 membri del gruppo terroristico uccisi: ci sono Ahmed Wahabi, capo dell’unità di addestramento centrale; Taleb Abdullah, a capo della divisione regionale Nasr; Muhammad Nasser, comandante della divisione regionale Aziz e Wissam al-Tawil, vice capo della forza d’elite Radwan guidata da Aqil. Stando a quanto dichiarato dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, gli Stati Uniti non sono stati informati da Israele prima di condurre il raid aereo, lo ha dichiarato il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby.

Redazione

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