Le truppe israeliane hanno avviato nella serata di oggi – lunedì 30 settembre – l’incursione in Libano, con il supporto di raid aerei e l’obiettivo dichiarato di distruggere le infrastrutture militari di Hezbollah. L’operazione, descritta come “limitata“, è stata preannunciata dal Dipartimento di Stato americano, informato da Israele sui suoi piani. Poco dopo, i media libanesi, tra cui la rete al Manar vicina a Hezbollah, hanno riportato colpi di artiglieria nei pressi dei villaggi di Wazzani, Khiyam, Alma el Chaab e Naqura, al confine. E proprio nella tarda serata  i jet di Israele stanno continuando a bombardare con intensità diverse località nel sud del Libano, non solo la linea di demarcazione tra i due paesi ma anche a nord di Tiro.

Un’operazione accuratamente pianificata visto che secondo fonti israeliane riportate dal Wall Street Journal e da NBC News, le forze speciali dell’Idf hanno già condotto operazioni lampo in Libano, esplorando i tunnel lungo il confine per raccogliere informazioni sulle postazioni e le capacità di Hezbollah in preparazione all’attacco terrestre.

Da ore si respirava l’attesa di un’azione imminente. La recente uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, era stata definita “un passo cruciale, ma non l’ultimo”, con l’annuncio del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, che la prossima fase della guerra contro Hezbollah era ormai vicina. Poi l’Idf ha dichiarato “zona militare chiusa” le aree prossime a Metula, Misgav Am e Kfar Giladi, mentre le truppe dell’Unifil, tra cui un contingente italiano, sono state costrette a sospendere le attività di pattugliamento lungo la Linea Blu, come comunicato dalle Nazioni Unite. Nel frattempo, l’esercito regolare libanese si è ritirato di circa 5 km dalle posizioni lungo il confine meridionale. E con un messaggio sui social, il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano ha chiesto ai residenti di lasciare le case nella zona controllata da Hezbollah nel sud di Beirut. Il preambolo dell’attacco portato avanti nella serata.

Il governo di Netanyahu ha rassicurato gli Stati Uniti che l’operazione sarà più contenuta rispetto a quanto inizialmente previsto e rispetto all’intervento del 2006, con il solo obiettivo di neutralizzare la minaccia di Hezbollah, responsabile del continuo lancio di razzi verso il nord di Israele.

Redazione

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