Il figlio del premier israeliano Benjamin Netanyahu continua a rimanere in Florida mentre migliaia di suoi connazionali sono tornati per combattere Hamas e contribuire alle operazioni terrestri sulla striscia di Gaza. In Israele e sulla stampa internazionale da qualche giorno sta montando il caso sul 32enne Yair Netanyahu. Una situazione che mette ancora più pressione sull’attuale premier, dopo le critiche ricevute a seguito degli attacchi del 7 ottobre.

Chi è Yair Netanyahu, il figlio del premier

Yair ha 32 anni e in passato ha vissuto momenti controversi  per alcune sue uscite e prese di posizioni. È laureato in relazioni internazionali alla Hewbrew University of Jerusalem, ha sempre difeso il padre sui social media, usando anche un linguaggio forte e accusando alcuni suoi oppositori.

Vicino alle posizioni dell’estrema destra, sul suo conto sono spesso uscite alcune polemiche: dalle relazioni con modelle scandinave non ebree, a intercettazioni che hanno fatto rischiare il padre, passando per post offensivi nei confronti di politici. Come nel caso dell’ex primo ministro Yitzhak Rabin, ucciso nel 1995, ma accusato da Yair Netanyahu di “aver ucciso i sopravvissuti all’Olocausto“.

La rabbia dei riservisti

Per farlo uscire dalla luce dei riflettori, è stato spedito lo scorso aprile dai genitori in Florida, a Miami, dove risiede tuttora. Ma a far discutere è il fatto che nonostante migliaia di israeliani siano tornati in patria per rispondere alla chiamata di leva, con i primi soldati rimasti uccisi nell’offensiva sulla Striscia di Gaza, lui abbia scelto di rimanere negli Stati Uniti.

Alcuni commenti sono stati riportati dal quotidiano Times. “Yair si gode la vita a Miami Beach mentre io sono al fronte” ha dichiarato un volontario riservista. “Tanti di noi hanno lasciato il lavoro, le famiglie, i figli per tornare nella nostra nazione a proteggere la nostra gente. E non siamo noi ad avere la responsabilità di quanto è accaduto” ha aggiunto un altro soldato.

Redazione

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