Istat: “Consumi -4% nel primo trimestre”. Il coronavirus ha portato gli italiani indietro di 20 anni

Il coronavirus ha portato i consumi dell’italia indietro di 20 anni con un crollo stimato pari 4% nel primo trimestre del 2020.

Escludendo le spese alimentari e per l’abitazione, la spesa media mensile è diminuita di oltre il 12% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente per effetto della crisi sanitaria. Lo rileva l’Istat nel suo report sui consumi delle famiglie. Le stime preliminari del primo trimestre 2020 mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; in particolare, la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019.

Nel 2019, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.560 euro mensili in valori correnti, sostanzialmente invariata rispetto al 2018 (-0,4%) e sempre lontana dai livelli del 2011 (2.640 euro mensili), cui avevano fatto seguito due anni di forte contrazione non recuperata negli anni successivi.

Un’analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat parla di un vero e proprio  tsunami nei consumi provocato dall’emergenza Coronavirus con la crisi di molte attività produttive che ha drasticamente ridotto le disponibilità economiche delle famiglie italiane.

Il risultato è una diminuzione delle vendite al dettaglio del 26,3% in valore con punte massime per calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-90,6%), mobili, articoli tessili e arredamento (-83,6%), abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-3,5%) e le vendite dei beni alimentari aumentano (+6,1%) secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al mese di aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con l’emergenza – sottolinea la Coldiretti – aumenta il peso dei consumi alimentari che rappresentano la seconda voce di spesa nei budget delle famiglie dopo l’abitazione.

Fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità per difendere la capacità degli italiani di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori deve essere – sostiene la Coldiretti – un obiettivo prioritario del Paese. E’ fondamentale – sottolinea Coldiretti – garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali.

Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – denuncia la Coldiretti – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ registrano un deciso calo dell’attività.