La siccità non lascia scampo al Nord ma l’epicentro della crisi idrica si è spostata nelle ultime ore nel Centro Italia. E sta colpendo in particolare Marche, Toscana e Lazio. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato ieri in conferenza stampa che il governo è al lavoro per fronteggiare la crisi dell’agricoltura. Il premier ha parlato di due fattori determinanti della crisi: i cambiamenti climatici e le “cause strutturali come la cattiva manutenzione dei bacini e della rete”, con una dispersione “che arriva anche al 30%”.

L’Anbi (associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e acque irrigue) ha segnalato lo svuotamento progressivo dei laghi a causa della poca neve caduta in inverno. E che nelle Marche si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici. L’Autorità di bacino del Po è tornata intanto a chiedere una riduzione del 20% dei prelievi irrigui per contrastare la risalita del cuneo salino. Quest’ultimo consiste nel fenomeno naturale della risalita dell’acqua del mare nel corso del fiume.

Il 90% del territorio in Toscana è in una condizione di siccità estrema. Quasi azzerata la portata dei fiumi Bisenzio e Ombrone. È definita intanto “drammatica” situazione delle risorse idriche nel Lazio. I Vigili del Fuoco sono intervenuti in pochi giorni in provincia di Roma per 500 azioni contro gli incendi in pochi giorni. Per lunghi tratti il fiume Tevere è ormai paludoso. Continuano intanto a calare le portate dei fiumi al Nord.

“Il Friuli e il Veneto sono in una grave situazione, noi siamo in preallarme”, ha detto citato all’Ansa l’assessore all’energia e ambiente Giuliano Vettorato in merito alla siccità in una conferenza stampa a Bolzano alla presenza del governatore Arno Kompatscher. L’80% del territorio in Emilia Romagna potrebbe finire in “zona rossa” entro un paio di settimane. In deficit costante la maggior parte dei fiumi veneti, fatta eccezione per il Piave. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha garantito la disponibilità di acqua per uso civile mentre le risorse per l’agricoltura sono garantite per soltanto un’altra settimana. La Regione ha inviato una richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza nazionale.

“La situazione meteo idrologica del periodo novembre 2021/giugno 2022 – ha dichiarato il governatore Attilio Fontana – ha generato un deficit idrico generalizzato, che ha portato la Regione ad adottare specifiche misure”, per contenere gli effetti sulla popolazione e sul sistema agricolo. Da ieri è attivo un accordo con il Trentino per l’arrivo di cinque milioni di metri di acqua in più. “Noi fino al 10 luglio andiamo avanti, oltre no. Se non piove la situazione è preoccupante”.

Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli ha invocato un coordinamento tra le Regioni per distribuire l’acqua nel modo giusto. La crisi ha spinto il Presidente del Consiglio a parlare della necessità di un piano d’emergenza, un “grande piano per l’acqua” per il quale sono stati “stanziati nel Pnrr 4 miliardi ma occorrerà aumentare” le risorse”. Lunedì l’esecutivo potrebbe decidere di dichiarare lo stato d’emergenza.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.