I giornali vengono scritti in Procura...
Italia senza libertà di stampa: Corriere, Repubblica e Messaggero censurano caduta Prestipino

Se in Venezuela succede che una qualche autorità giudiziaria destituisce il Procuratore di Caracas, potete stare sicuri che il giorno dopo la notizia esce in prima pagina su tutti i giornali. Anche in Turchia è così.
Perché? Perché in Venezuela e in Turchia esistono dei regimi illiberali, che tuttavia accettano un minimo di libertà di stampa. E se in un paese esiste almeno un piccolo spiraglio di libertà di stampa, nessun giornale rinuncia a dare in prima pagina una notizia clamorosa come la destituzione di uno degli uomini più importanti del paese.
Perché, allora, in Italia, non succede così? Ieri la notizia del giorno era senza ombra di dubbio la destituzione di Michele Prestipino, capo della Procura di Roma, decisa dal Tar. La destituzione di Prestipino – giusta o ingiusta che sia – avrà delle conseguenze clamorose, e ancora difficilmente calcolabili, sugli assetti di potere nella magistratura italiana. E dunque sulla sua azione. Quasi tutti i giornali in passato hanno scritto questa semplice verità: il capo della Procura di Roma è una persona molto più importante e più potente di un ministro potente e importante. Voi immaginate cosa succederebbe se qualche autorità giudiziaria stabilisse la decadenza – per esempio – del ministro dell’Interno, o degli esteri, o della salute.
Potete pensare che qualche giornale si risparmierebbe un titolo a tutta pagina, in prima? Non potete pensarlo. Volete sapere come i principali giornali italiani, ieri, hanno offerto ai loro lettori la notizia della destituzione di Michele Prestipino? Repubblica: non ha dato la notizia. Il Messaggero edizione nazionale: non ha dato la notizia, l’ha relegata in cronaca di Roma, con un articoletto. Il Corriere della Sera: un articoletto di poche righe a pagina 21, non in testa alla pagina, ma in fondo in fondo.
Capisco che voi non ci crediate. Che pensiate che sia una mia trovata polemica. No, amici, è una cosa tristissima quella che sto scrivendo, ma è la pura e semplicissima verità.
Come è possibile? Provo a spiegarlo: la libertà di stampa in Italia non esiste. Non c’è neppure quel piccolo spiraglio di libertà ammesso in regimi come quello venezuelano o quello turco. Per trovare paesi dove è possibile nascondere una notizia così grande, credo, bisogna spostarsi in Corea del Nord.
Naturalmente la limitazione, anzi la soppressione della libertà di stampa, non riguarda tutto il campo dell’informazione. Per esempio – a differenza della Turchia e del Venezuela – l’Italia dispone della piena libertà di informazione sulla politica. Di una libertà quasi piena e comunque accettabile sull’economia, sullo sport, sulla cronaca nera. È sulla giudiziaria che la libertà è zero. Zero. Almeno nei grandi giornali e in gran parte delle testate televisive. Una notizia che riguardi la magistratura può essere pubblicata solo con il consenso della magistratura e secondo la versione della magistratura. La destituzione di Prestipino è una notizia molto complicata, che rischia di infastidire in ogni caso alcune correnti della magistratura. Quindi sparisce. Quando le notizie riguardano la magistratura, i giornali non si scrivono più in redazione: si scrivono in Procura.
C’è da indignarsi? Forse. Comunque c’è da avere molta paura.
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