La crisi dei due partiti centristi, Azione e Italia Viva, non accenna a finire. Oggi sono arrivate nuove defezioni da Iv, in particolare dai membri della Cabina di Regia di Roma. Con una lettera firmata oggi e inviata al presidente di Italia Viva per Roma Capitale, Marco Cappa, tre componenti dell’organo del partito di Renzi e due responsabili di tavoli tematici hanno presentato le loro dimissioni.
Italia Viva a Roma perde i membri della cabina di regia, dimissioni in blocco
Nella lettera, indirizzata anche a Raffaella Paita, coordinatrice del partito di Renzi, si legge: “Ti scriviamo in quanto Presidente di Italia Viva per Roma Capitale per comunicarti la decisione di dare le dimissioni dalla Cabina di Regia e dai tavoli tematici di cui siamo responsabili. Le nostre dimissioni maturano in un momento di forte travaglio per la vita e la prospettiva di Italia Viva e non nascondiamo la nostra forte perplessità sulla evoluzione di Italia Viva a seguito dell’insuccesso alle elezioni europee. Dispiace in particolare la caratterizzazione di Italia Viva come partito “personale”, resa ormai evidente dalle modalità con cui la svolta è stata comunicata e gestita e dal rifiuto di impegnare il partito in una ampia e benefica riflessione”.
Dimissioni dei membri della cabina di regia di Italia Viva a Roma
“Ciascuno di noi firmatari prenderà nel futuro le proprie personali decisioni, sia che intenda mantenere il proprio impegno in Italia Viva, sia che invece consideri ahimè esaurita questa esperienza. Le dimissioni dalla Cabina di Regia prescindono però dalla prospettiva dei singoli e sono motivate invece dalla comune e condivisa constatazione della impossibilità di svolgere quel ruolo di coordinamento che la Cabina di Regia era chiamata a svolgere e che sarebbe stato necessario per radicare, far crescere e sviluppare la presenza del partito nella città di Roma. Di un partito appunto che non fosse solo espressione di un leader, ma effettivamente radicato nelle articolazioni associative, territoriali, professionali, sociali della città” si legge ancora.
Il succo è che la cabina di regia non sembra aver mai avuto il ruolo per cui era stata creata: “Il contributo che avremmo dovuto dare in questa direzione non ci è stato consentito e per la verità neanche mai richiesto, né siamo stati messi alla prova (come peraltro era doveroso). Le deleghe sono state comunicate otto mesi dopo l’avvio della cabina di regia e mai illustrate e discusse. Non si è data alcuna sufficiente e ordinata periodicità, né ordine del giorno alle riunioni. Non si sono mai discussi orientamenti e linee di indirizzo. Non sono mai affrontate le problematiche cittadine. Non vi è stata nessuna discussione o valutazione dei deludenti risultati elettorali a Roma Capitale e della necessità di correzione dei modi e dei luoghi di presenza e radicamento in città”.
“Non si è voluto discutere del cambiamento di orientamento di Italia Viva, – lamentano ancora i firmatari Filippo Bucarelli, Fabrizio Garroni, Anna Punzo, Francesco Barreca, Emanuele Pinelli – della opportunità o meno di un Congresso, della preparazione della prossima Assemblea, ecc. La Cabina di Regia non è stata neanche MAI convocata dopo il risultato delle elezioni europee che anche a Roma è stato deludente. Le richieste di intervenire su questi temi sono state evitate o respinte come elementi di disturbo. La discussione nella sede della Cabina di Regia è stata costantemente bypassata da decisioni prese altrove. Per questo rassegniamo le nostre dimissioni dagli incarichi che ci sono stati attribuiti”. E nei prossimi giorni potrebbero esserci nuove defezioni dalla cabina di regia di Iv.
La replica di Cappa, il presidente Italia Viva Roma: “Singolare e pretestuosa”
Dopo qualche ora è arrivata la replica di Marco Cappa, il presidente di Italia Viva per Roma capitale. “Ho ricevuto con rammarico le vostre dimissioni dalla Cabina di Regia e dai tavoli tematici. A livello personale, mi dispiace profondamente che abbiate deciso di lasciare i vostri incarichi in un momento così delicato per Italia Viva. Le vostre critiche organizzative sono certamente ascoltate e saranno prese in seria considerazione per migliorare il nostro operato, su cui era già comunque in atto una riflessione rispetto alle possibilità di fare meglio insieme come organismo dirigente e mettere tutti in condizione di spendersi al meglio singolarmente nel proprio incarico” si legge nella lettera di risposta.
“Tuttavia, respingo con fermezza le altre contestazioni che avete mosso, di seguito il perché. Nell’ultima riunione del 17 luglio, tenutasi online, è stata fatto un approfondimento su vari temi politici e organizzativi, inclusa la raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, ed è stato tra l’altro costituito il comitato tesseramento (con cui c’è un confronto costante per le vie brevi vista la prossima scadenza del 30 settembre di chiusura del termine tesseramento). Questo comitato, in collaborazione con i presidenti municipali e gli eletti sta gestendo una fase cruciale per il partito sia nell’ipotesi che si decida per il congresso oppure no” ha però aggiunto Cappa.
“Sul referendum, con oltre 500 firme depositate ieri, siamo la realtà che ha fatto meglio in Italia, ricevendo anche i complimenti dai vertici nazionali. L’impegno dei firmatari è stato su questo fronte – su cui siamo stati chiamati tutti ad impegnarci in questi due mesi – del tutto assente. Inoltre, sempre per chi vi ha partecipato, giova ricordare che l’assemblea romana del 1 luglio è stata l’occasione di analisi puntuale del voto aperta non solo ai dirigenti ma anche ai nostri eletti, iscritti e simpatizzanti”.
“Sulle questioni poste in merito alla roadmap nazionale: ricordo che la mozione con cui mi sono candidato a presidente Italia Viva Roma si intitolava: ‘#insieme Costruiamo il futuro di Italia Viva a Roma e nel Lazio al fianco di Matteo Renzi’. Quindi se c’è un problema sul partito personale vi sarà sfuggita tra le altre cose la piattaforma su cui siete stati nominati di conseguenza anche voi. O forse sfugge che per fortuna abbiamo un leader che si chiama Matteo Renzi e che a differenza vostra io, insieme a tanti altri, lo continuo a sostenere convintamente, anche nella nuova prospettiva di centrosinistra che era tra l’altro l’unica opzione sul campo dopo il diniego di Calenda (rimasto nel frattempo isolato) a fare un terzo polo con il terzo nome. Per l’ennesima volta, ribadisco che la decisione sul fare o meno il congresso compete non alla cabina di regia romana ma all’assemblea nazionale convocata per il 28 settembre a Roma. Appare singolare e pretestuosa, la richiesta di discutere di questo prima di tale appuntamento perché in quella sede saranno affrontati e sciolti i nodi e verrà approfondita la discussione politica”, conclude la nota.