La crisi di governo
Italia Viva offre la sponda a Conte: “Riaprire confronto senza pregiudizi”, ma i 5 Stelle frenano
Una sponda evidente per riaprire il dialogo con la maggioranza. I deputati e i senatori di Italia Viva “confermano che si muoveranno tutti insieme in modo compatto e coerente in un confronto privo di veti e pregiudizi, da effettuarsi sui contenuti nelle sedi preposte”. E’ quanto si legge nel documento firmato dai parlamentari, compreso Matteo Renzi, nel quale “ringraziano Teresa Bellanova, Elena Bonetti, Ivan Scalfarotto per la straordinaria dimostrazione di coraggio, libertà e spirito di squadra che hanno dato e stanno dando in questi giorni lottando per le idee e gli ideali non solo di Italia Viva”.
Deputati e senatori di Italia Viva “osservano con preoccupazione lo stallo istituzionale di questi giorni, la difficile situazione sanitaria e i drammatici dati economici del nostro Paese”. Pertanto, si legge nel documento firmato dai parlamentari, compreso Matteo Renzi, ribadiscono “con forza la necessità, già espressa nel dibattito parlamentare, di una soluzione politica che abbia il respiro della legislatura e offra una visione dell’Italia per i prossimi anni”.
Veti e pregiudizi che, nel verso opposto, restano chiaramente. In primis dal Movimento 5 Stelle, col reggente politico Vito Crimi che ribadisce come “per il Movimento non ci sono margini per ricucire con Renzi, la porta è definitivamente chiusa”. “Non torneremo con chi è inaffidabile fino a questo punto: con chi si è reso responsabile di una crisi in un momento tanto drammatico per il Paese”, è l’avvertimento di Crimi.
Chiusura che era arrivata “a metà” dal capogruppo M5S alla Camera Davide Crippa, che ieri aveva chiuso la porta a Renzi lasciando uno spiraglio aperto per i parlamentari di Iv, con i quali “si è sempre lavorato bene”.
Tra le fila del Partito Democratico va registrata invece la spaccatura tra le diverse anime del partito. Ieri, ospite di Piazza Pulita su La7, il vicesegretario Dem Andrea Orlando aveva messo in chiaro che “oggi le elezioni sono più vicine, non c’è nessuna ipotesi di unità nazionale, non vogliamo mischiare i nostri voti con quelli di Salvini e Meloni”. Tesi paradossalmente smentita, o comunque allontanata, dalle dichiarazioni firmata in una nota congiunta da Gianni Pittella, Dario Stefano, Tommaso Nannicini e Francesco Verducci. “Nessun ammiccamento diretto o indiretto alle elezioni anticipate, come arma finale, può essere una mossa politica utile e nell’interesse del Paese in questo momento”, scrivono i parlamentari Dem, che chiedono al partito di “parlare con tutti per trovare la quadra di un programma di legislatura”.
Dal fronte centrista, dopo l’inchiesta di Nicola Gratteri che vede indagato l’ormai ex segretario Udc Lorenzo Cesa, che ha ‘spento’ la trattativa con i moderati del centrodestra, va segnalato invece il passo in avanti di Bruno Tabacci, presidente di Centro Democratico che ha incontrato oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “La possibilità di rafforzare la maggioranza c’è ma serve un governo nuovo, non basta un piccolo rimpasto. Io penso che Conte sia l’unico punto di equilibrio di questa legislatura”, ha detto ai cronisti Tabacci uscendo da Palazzo Chigi. “Per concludere la crisi e’ necessario aprire a un ventaglio di forze più ampio. Renzi al Senato ha fatto un discorso di rottura ma credo che in Italia Viva ci siano posizioni più concilianti. E poi c’è l’area dei liberal-democratici di FI”
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