Doppio attacco contro centrali nucleari
Izyum come Bucha, il Cremlino bolla come “menzogne” le stragi in Ucraina: “Crimea parte integrante Russia”

Le atrocità commesse dalle truppe russe russe nell’Ucraina nord-orientale e in particolare ad Izyum, dove sono stati scoperti i corpi di centinaia di persone? Si tratta di “menzogne”. Parola di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, citato dall’agenzia Tass.
Per il fedelissimo di Putin “si tratta dello stesso scenario di Bucha, è una menzogna, e naturalmente noi difenderemo la verità”, paragonando dunque quanto trovato ad Izyum all’altra strage russa ‘simbolo’ del conflitto in Ucraina, commessa a marzo.
Ad Izyum sono stati trovati circa 450 colpi, la maggior parte dei quali civili: cadaveri trovati in fosse comuni nell’area che le truppe russe erano state costretta ad abbandonare a seguito della controffensiva delle forze armate ucraine e che erano sotto il controllo di Mosca sin dalle prime settimane della loro campagna militare. Come denunciato da Kiev, sui cadavere trovati ad Izyum sono stati trovati segni di torture, inclusi corpi con le mani legate, accusando i militari russi di aver commesso la strage.
Ma Peskov parlando con i giornalisti ha anche rivendicato ancora una volta come territorio russo la Crimea, annessa con un referendum illegale nel 2014. “La Crimea è parte integrante della Federazione Russa, quindi qualsiasi rivendicazione sul territorio russo riceverà una risposta adeguata“, ha detto Peskov, in una sorta di avvertimento contro eventuali offensive ucraine nell’area.
Gli attacchi alle centrali nucleari
Da questa notte le forze armate russe hanno lanciato un doppio attacco non lontano da due centrali nucleari ucraine. Il primo è avvenuto poco dopo la mezzanotte, come denunciato dalla compagnia nucleare statale ucraina Energoatom.
“L’esercito russo ha lanciato un attacco missilistico sulla zona industriale della centrale nucleare ucraina di Pivdennoukrainsk, nella regione meridionale di Mykolaiv. La potente esplosione è avvenuta a soli 300 metri dai reattori”. L’onda d’urto “ha danneggiato gli edifici della centrale. Sono state scollegate anche tre linee elettriche ad alta tensione – ha affermato Energoatom – attualmente tutte e tre le unità di potenza della centrale funzionano normalmente. Non ci sono vittime tra il personale”.
Il secondo attacco è stato sferrato alle prime ore del mattino, quando i russi hanno lanciato otto missili su Zaporizhzhia, la città nell’Ucraina sud-orientale dove si trova il sito della più grande centrale nucleare d’Europa. A denunciarlo il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh sui social: “Secondo le prime informazioni uno dei razzi ha colpito il centro regionale di Zaporizhzhia vicino al fiume Dnipro. Non ci sono ancora informazioni di eventuali vittime o feriti“, ha scritto.
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