“Un errore arbitrale clamoroso ha tolto una vittoria certa. C’erano rigore ed espulsione”. Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, era una furia domenica al termine della partita pareggiata 1 a 1 a Torino contro la Juventus. A una ventina di minuti dalla fine, sull’1 a 0 per i rossoblù, Ndoye è stato falciato dal Iling Junior a pochi passi dalla porta bianconera. Rigore per tutti. Non per l’arbitro Marco di Bello, non per il Var. È bastato questo episodio per mandare in soffitta le belle parole dell’estate, con il governo delle giacchette nere che annunciava trasparenza assoluta – con addirittura la possibilità di ascoltare in presa diretta gli scambi tra arbitri e guardalinee. E tutto sembra uguale a prima: siamo alla seconda di campionato, ma il clima è già rovente. Thiago Motta, allenatore del Bologna, ammonito per proteste ha deciso di rimanere muto davanti alle telecamere nel post-partita e non commentare. In silenzio anche Massimiliano Allegri, che avrebbe addirittura accusato un malore al termine della gara. Adesso c’è chi ipotizza un lungo stop per di Bello; opportuno ma non sufficiente. Ancora una volta la Serie A promette di essere il campionato dei veleni, e Juventus-Bologna si candida a diventare uno dei momenti topici della stagione.
Per il resto il campionato d’agosto conferma la sua imprevedibilità, con formazioni che avevano impressionato alla prima uscita che hanno fatto fatica a confermarsi. Della Juve abbiamo detto; la Fiorentina – che a Genova aveva stupito per gioco e risultato – è stata bloccata in casa dal Lecce. In città sono cominciati già i primi mugugni in attesa della partita di giovedì contro il Rapid Vienna, decisiva per accedere alla Conference League. A Roma la situazione è già pesante e non risparmia nessuna delle due formazioni della capitale, alla vigilia accreditate tra le protagoniste di questa stagione. Lazio ultima a 0 punti e Roma ferma a 1 punto; come prevedibile la pressione è già altissima.
In positivo sorprendono invece Verona, inatteso capoclassifica, e Lecce, secondo a quota 4. Le conferme arrivano dal Napoli campione d’Italia, che con due vittorie su due rafforza la propria candidatura al bis, e dal Milan, capace di liquidare in scioltezza il Torino dopo aver fatto fuori il Bologna. Se i partenopei hanno operato il principale cambio in panchina, Rudi Garcia al posto di Luciano Spalletti, e possono dunque contare su un impianto già rodato e vincente, i rossoneri hanno mostrato di aver già assorbito la rivoluzione estiva e di poter contare su giocatori e soluzioni nuove che, di fatto, collocano la formazione di Pioli tra le favorite di diritto alla vittoria finale.
Al primo posto nella classifica delle lamentele trova spazio sicuramente il calciomercato: a parte pochi privilegiati, sono in molti a criticare questa situazione di incertezza, che fino alle 20 di venerdì minerà la tranquillità di allenamenti e ritiri. Il calcio italiano non ha più le disponibilità di un tempo e non sorprende che anche i grandi club siano in coda per offerte last minute che potrebbero cambiare i destini delle loro squadre. Intanto Roberto Mancini ha sciolto le riserve: sarà l’allenatore dell’Arabia Saudita. “Dopo aver fatto la storia del calcio europeo, voglio fare quella del calcio arabo”. Il Mancio c’è già riuscito: con uno stipendio di 20 milioni l’anno è l’allenatore più pagato da quelle parti.