Serie A
Max e Walter, la sfida a distanza che parla in dialetto
Tanto l’allenatore della Juventus appare gioviale, spensierato e ironico, tanto il suo collega risulta serio e permaloso. Tutti e due conservano comunque nel Dna quell’ironia tagliente e velenosa tipica della gente di quella parte di Toscana
Tra Livorno e San Vincenzo ci corrono 65 chilometri. Chissà se questa distanza può essere sufficiente a spiegare quanto diversi siano Massimiliano Allegri, nato nella città dei “Quattro mori” e Walter Mazzarri, che ha visto la luce nella località balneare più frequentata dai fiorentini. Tanto l’allenatore della Juventus appare gioviale, spensierato e ironico tanto invece risulta serio e permaloso il suo collega che da qualche tempo è tornato sulla panchina del Napoli. Tutti e due conservano comunque nel Dna quell’ironia tagliente e velenosa tipica della gente di quella parte di Toscana.
Riaprire i giochi
Di sicuro si conoscono bene e chissà che Max non abbia mandato un messaggino a Walter: “Batti l’Inter, boia deh, te lo auguro di cuore”. Dovesse accadere, Allegri potrebbe riportare la Juventus in testa alla classifica dopo un periodo incredibilmente lungo, 127 partite; prima però dovrà vincere con il Monza di Palladino (appuntamento domani alle 20.45) in una sfida che si preannuncia ricca di insidie. Forse anche Mazzarri avrà inviato un sms, affidandosi magari alla consulenza di Aurelio De Laurentiis per la corretta scrittura del testo in napoletano stretto; “Uè Raffae’ nun fa scherzi, tenim bisogn e te”. A Napoli ci sperano tutti: se il Monza facesse l’impresa e l’Inter venisse sconfitta al Maradona, il campionato sarebbe aperto nuovamente e, c’è da giurarci, il secondo scudetto consecutivo tornerebbe nella hit parade delle grazie richieste a San Gennaro.
Allegri non si è rivolto alla Madonna di Montenero per riportare la Juve in alta quota, nonostante i mille problemi che anche quest’anno si sono catalizzati in casa bianconera, dal doping di Pogba alle scommesse di Fagioli; la stella polare del tecnico livornese è senza dubbio il pragmatismo e così, avendo compreso di non avere a disposizione un “fantaorganico”, ha puntato forte sulla fase difensiva. Il trio Gatti, Bremer, Rugani rappresenta una certezza assoluta in Serie A, soprattutto se coperto da un centrocampo dinamico con un Locatelli in veste di frangiflutti; Wojciech Szczęsny è portiere di sicuro affidamento, tutti gli altri giocatori sono stati chiamati a sacrificio e dedizione. Così le 8 reti subite in 13 gare hanno rappresentato le fondamenta sulle quali costruire un edificio robusto capace di custodire ambizioni fino a oggi inconfessate.
Il segno di Max
Chi conosce bene Max racconta di un professionista che a fine anno lascerà la squadra con cui ha raccolto i successi più importanti e che vorrebbe farlo con una qualificazione in Champions e con la valorizzazione di un gruppo di giovani che potrebbe rappresentare l’ossatura della nuova squadra chiamata a vincere ancora in futuro. Chi conosce bene Max sa che se anche ci fosse una sola possibilità di soffiare il tricolore a squadre più competitive non se la lascerebbe sfuggire.
La rinascita di Mazzarri
Anche Mazzarri è sicuramente professionista ambizioso e quando ha accettato di sostituite Garcia avrà certamente creduto poco di essere il traghettatore verso la nuova stagione, pronto a cedere il passo a un nuovo tecnico magari più à la page. L’allenatore di San Vincenzo si è rimboccato le maniche e ha lavorato per ricostruire un gruppo che appariva sfilacciato, quasi disgregato. Lo ha fatto nel giro di poco e, vista la caratura della rosa a sua disposizione, sicuramente in cuor suo è sicuro di guidare la squadra verso lidi prestigiosi per poi guadagnare una clamorosa conferma. “Sono i giocatori più forti che abbia mai allenato” ha confessato appena tornato a Napoli e, avendo lasciato la società partenopea al secondo posto dieci anni fa, adesso ha solo una strada davanti a sé.
Chissà se Max avrà davvero chiamato Walter ed eventualmente quale sarà stata la risposta; magari i due si saranno scambiati qualche battuta e avranno sorriso. Allegri è sempre stato un burlone, il suo collega è famoso per la sua permalosità. Le vittorie però aiutano a migliorare il carattere di tutti e anche a Torino si augurano che domenica sera Mazzarri sia di ottimo umore, felice e sorridente.
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