Ancora caos in Afghanistan
Kabul, i talebani perdono tre distretti contro la resistenza del Nord: Baradar torna per un “governo unitario”
A sei giorni dalla riconquista da parte dei talebani di Kabul, l’Afghanistan continua a versare in una situazione di caos. È in particolare la capitale ad essere oggetto di scontri, nella zona dell’aeroporto preso d’assalto da centinaia e centinaia di cittadini che da giorni tentano di scappare dal Paese provando a chiedere aiuto e soccorso alle diplomazie occidentali in fuga.
MORTI ALL’AEROPORTO – Come detto, la situazione più pericolosa è segnalata all’esterno dell’aeroporto Kharzai di Kabul. Qui almeno tre persone sarebbero morte schiacciate nella calca, è la testimonianza che arriva da Sky News.
Mentre per la tv Al Arabya, che cita alcuni testimoni oculari, vi sarebbero stati spari all’esterno della struttura da parte delle forze speciali dell’esercito afghano, che stanno cercando di arginare la folla che ‘prega’ i militari americani e britannici di non abbandonarli nel Paese.
Intanto l’ambasciata americana in Afghanistan ha sconsigliato ai propri concittadini di andare all’aeroporto di Kabul. L’avviso pubblicato sul sito web avverte di “potenziali minacce alla sicurezza fuori dai cancelli” dell’aeroporto.
BARADAR A KABUL PER UN GOVERNO UNITARIO – Ma da Kabul arriva anche la notizia del ritorno trionfante nella capitale del mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore dei talebani, uomo del negoziato di Doha e capo dell’ufficio politico del movimento.
Baradar sarebbe arrivato già ieri sera nella capitale da Kandahar, doveva aveva fatto ‘scalo’ dal Qatar. “Incontrerà altri leader e politici per un nuovo governo inclusivo“, ha detto un funzionario talebano all’Afp. Secondo alcune fonti, i leader talebani di diverse parti del Paese si starebbero radunando nella capitale per avviare le consultazioni sul futuro governo dell’Afghanistan.
Come noto Baradar era stato arrestato nel 2010 in Pakistan, dove era rimasto in carcere per otto anni, fino alla decisione dell’amministrazione Trump di liberarlo per fargli condurre i negoziati per il fronte talebano con gli stessi Stati Uniti.
NEL NORD LA RESISTENZA CONTINUA – Nel Nord del Paese continuano gli scontri tra la resistenza armata e i miliziani talebani. Secondo il canale Tolonews il movimento islamico avrebbe perso il controllo di tre distretti conquistati nel corso dell’avanzata verso la capitale.
Si tratterebbe della aree di Pul-e-Hasar, Banu e Deh Salah. Secondo la resistenza sarebbero stati uccisi almeno 20 talebani negli scontri.
E a proposito di resistenza, Ahmed Massud jr in un colloquio telefonico col filosofo francese Bernard-Henri Levy, ha smentito le voci di una resa ai talebani. Il figlio del “Leone del Panjshir” ha sottolineato che “la resa non fa parte del mio vocabolario, questo è inizio, la resistenza è appena iniziata”. Una precisazione arrivata dopo che Al Jazeera Arabic aveva scritto di trattative con i talebani per la resa del Panshir.
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