Partiva in svantaggio, Kamala Harris, ma alla fine del dibattito con Trump alla CNN il risultato è tutto dalla sua parte, e sancisce una vittoria dello scontro con il 63% dei voti. Un dialogo verbale dalle regole precise: pochi minuti per esporre, attaccare, rispondere. Candidati in piedi uno accanto all’altro, senza la possibilità di poter consultare appunti. A dominare il confronto sono i temi dell’inflazione e dell’immigrazione. Sulla prima Trump attacca la Harris,  “Così alta, mai vista prima”. Parla di “cose estreme” l’ex Presidente, che per sensibilizzare gli americano al problema dell’immigrazione cita Springfield e i terribili migranti che mangiano i cani e i gatti della popolazione locale. Kamala se la ride, tra l’ironico e il preoccupante, e lo attacca sui dazi che vorrebbe imporre: “Il 10-20% sulla maggior parte delle importazioni, con picchi del 60% sui beni cinesi”. E poi l’Ucraina, Israele e il mancato cessato il fuoco a Gaza. “Ho sempre sostenuto Israele”, ricorda Harris mentre Trump cerca invano di smentirla.

Trump promette la fine di ogni guerra se verrà eletto, a partire da quella tra Russia e Ucraina: “Voglio che la guerra abbia fine, voglio che le persone non vengano più uccise”. E l’ex presidente rincalza accusando Harris di essere stata la negoziatrice tra Zelensky e Putin e di aver fallito: “Dopo tre giorni è scoppiato il conflitto”, puntuale la smentita dell’avversaria. Lì risponde il tycoon è convinto: “Se io fossi stato presidente all’epoca della invasione dell’Ucraina questa guerra non sarebbe mai avvenuta”, e ipotizza addirittura una visione apocalittica, quella di una terza guerra mondiale. Harris ricorda gli assalti a Capital Hill, la difficoltà ad accettare la sconfitta. “I leader stranieri ridono di lui, è stato licenziato come Presidente”. “Ma non certo Orban”, ricorda Trump.

Ma è sui temi sociali che si gioca la vera battaglia della Harris. In primis quello dell’aborto. Lì la democratica ridicolizza l’irragionevole decisione della Corte Suprema di vietarlo anche in caso di stupri, incesti: “Donald Trump non deve dire alle donne cosa fare con il loro corpo”. Il Tycoon accusa i democratici di essere radicali di essere pronti a “giustiziare” i bambini a nove mesi. E ancora una volta la controparte è costretta a smentire la menzogna.

La promessa di Kamala è quella di essere “un presidente che proteggerà i diritti e le libertà fondamentali, incluso il diritto di una donna a prendere decisioni sul proprio corpo e a non farsi dire cosa fare dal governo”. Il suo unico ‘cliente’ (riferimento a quando era procuratrice) sarà ‘il popolo’.  Il congedo di Trump è invece ancora un attacco. “Harris ha iniziato dicendo che farà questo, farà quello, ma con Biden hanno avuto tre anni e mezzo per sistemare il confine, per creare posti di lavoro. Dovrebbe andarsene subito. Siamo una Nazione in declino. Ci prendono in giro in tutto il mondo. Alla fine del dibattito si precipita nella spin room – la sala nella quale la stampa incontra i gestori delle due campagne elettorali – e dichiara di di avere tre sondaggi «privati» che gli attribuiscono una vittoria addirittura schiacciante: 92, 88 e 76 per cento. La paura di perdere lo assale, ma nessun cenno di cedimento, nemmeno quando alla fine Taylor Swift si rivolge ai suoi 283 milioni di followers e ricorda che voterà Harris. La candidata, consapevole di aver messo in difficoltà il rivale, chiede poi un altro dibattito, il suo sfidante per ora non accetta, paura – secondo i democratici – di perdere ulteriori consensi.

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