Noi e l'America
Election Day -20
Kamala torna a Detroit e incassa soldi a palate dai donors. Il sistema americano e lo spirito del poker
L’America ha spiccato il volo e la sua campagna elettorale non ha più molto che permetta di confrontare la loro e la nostra democrazia. L’elemento razziale alla fine prevale sul sociale. Esempio: negli ultimi giorni Trump si è scatenato oltre ogni limite nel descrivere gli immigrati – ovviamente soltanto quelli illegali che premono alla frontiera – come barbari, criminali e parassiti. Risultato: questa politica gli porta i voti dei discendenti degli stessi ex barbari che, da cittadini americani, vedono a rischio il posto di lavoro e lo status sociale.
Il battibecco
Oggi Kamala Harris visita Detroit, la capitale nebbiosa dell’industria americana, e mentre si muove lancia contro l’avversario accuse letali: “È un pericolo pubblico” dice apertamente, e l’altro le risponde dandole dell’ignorante integrale e della scema, “in testa non ha più cervello che nei piedi”. Ma intanto la Harris rafforza il suo vantaggio di circa tre punti a livello nazionale, anche se sappiamo che quei tre punti non sono abbastanza per garantire una vittoria a causa del complicato sistema dei grandi elettori. È un sistema complicato ma che permette di evitare che il voto sia deciso soltanto dai grandi Stati come la California o la Pennsylvania. Il sistema americano somiglia allo spirito del poker: per quanto alto sia il tuo punto, è sempre possibile che qualcuno abbia un punto superiore. È già successo con Hillary Clinton: prese più voti ma meno delegati di Trump e perse le elezioni.
La forte classe media nera
Se proviamo a semplificare ciò che più conta da ciò che non conta in queste elezioni, dovremmo concludere che si tratta sempre di mettere a reddito (elettorale) le paure di gruppi che sono rappresentati più dal colore della pelle che dalla condizione sociale. L’ultima promessa annunciata dalla Harris è quella di elargire milioni in prestiti a imprenditori neri, dando per scontato che la loro pelle li abbia svantaggiati. Ma questo annuncio è stato ieri criticato dagli strateghi democratici, perché ciò che propone la Harris è una riedizione del sistema delle quote da privilegiare o su base razziale. Ma la mossa della Harris è un tentativo di frenare la fuga dell’elettore afroamericano dal partito democratico. A noi europei ciò sembra incredibile perché secondo il cliché i democratici sostengono i neri dei ghetti. Ma non è più una questione di ghetti: è cresciuta una forte classe media nera, latina e asiatica che rifiuta le elemosine.
Ieri stato diffuso il sondaggio secondo cui dal 2020 ad oggi i democratici hanno perso un quinto dell’elettorato di colore, tanto da spingere l’ex presidente Barack Obama a gettarsi in campo per fermare la fuga nera verso Trump. E Trump le spara sempre più grosse sugli immigrati che “mangiano cani, gatti e canarini”. “Avaro di dettagli, ma ricco di furia” titolava ieri il New York Times su Trump. Kamala intanto incassa soldi a palate perché i donors puntano sulla stabilità, e ieri ha annunciato di aver in cassa un miliardo tondo, tutto da spendere e ha accettato l’intervista nel campo nemico di “Fox News”, roccaforte dei trumpiani.
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