La cerimonia del regime
Kim Jong-un sfida l’Occidente e fa sfilare in parata 11 missili intercontinentali: lo show a Pyongyang e l’ascesa della figlia “delfina” a 9 anni

Kim Jong-un mostra “l’argenteria” al mondo occidentale. Il dittatore nordcoreano nella serata di ieri ha sfoderato nella capitale Pyongyang, nella centrale piazza Kim Il-sung ‘teatro’ delle celebrazioni del 75esimo anniversario della fondazione dell’esercito nordcoreano, il meglio della sua tecnologia militare.
Davanti a migliaia di persone hanno sfilato carri armati, truppe, mezzi di ogni tipo e soprattutto undici missili balistici intercontinentali Hwasong-17, il “meglio del meglio” a disposizione del regime.
I “missili mostri”, come rilevato dagli osservatori di NK News, hanno sfilato in piazza Kim Il-sung trasportati da altrettanto colossali camion a 11 assi adibiti al loro trasporto e lancio. La loro così evidente ma soprattutto numerosa presenza è un campanello d’allarme per l’Occidente ed in particolare per i vicini della Corea del Sud e del Giappone.
È infatti chiaro come il loro sviluppo e produzione stia andando particolarmente spedito: lo scorso anno in una parata militare tenuta sempre nella capitale Pyongyang erano stati “soli” quattro i Hwasong-17 fatti sfilare in bella mostra.
Non solo. Rispetto a quella parata, questa volta il regime è riuscito anche ad utilizzarli: i “missili mostri” sono stati infatti fatti volare lo scorso novembre nel mar del Giappone, mostrando al mondo le loro potenzialità distruttive.
Un messaggio rivolto a Tokyo e Seoul, ma in particolare a Washington: se ognuno di questi enormi Icbm, gli Intercontinental ballistic missile poi denominati dal regime Hwasong-17, fosse armato con testate nucleari, gli Stati Uniti dovrebbero avere a disposizione almeno 4 intercettori per singola testata. Significa, in soldoni, spendere un miliardo di dollari per contrastare un singolo missile di Pyongyang, scrive il Corriere della Sera.
Il ruolo della figlia Kim Ju-ae
Ma la sfilata e le cerimonie per il 75esimo anniversario della fondazione dell’esercito nordcoreano sono state l’occasione anche per l’analisi dei ‘movimenti’ all’interno del ristretto “clan” del presidente Kim Jong-un.
Attenzioni che si sono concentrare in particolare sul ruolo della figlia Kim Ju-ae, che ha accompagnato il padre e la madre Ri Sol Ju nel presenziare la sfilata.
Il giorno precedente la bambina, che avrebbe 9 anni e che sarebbe la secondogenita del leader, era presente assieme al padre per una visita a una base militare e a una cena ufficiale per celebrare l’anniversario militare. Un ‘presenzialismo’ che ha spinto molti analisti a ritenere che sia proprio lei la “delfina” del dittatore.
Un ruolo che sarebbe reso evidente anche dal modo con cui la stampa di regime la ‘nomina’: mai col suo nome, ma passando da “amata bambina” a “rispettata figlia”, così come il padre Kim Jong-un viene spesso definito “rispettato Maresciallo”.
Altro indizio arriva dal banchetto per la festa dell’esercito. La “rispettata figlia” di Kim Jong-un infatti è stata fatta sedere a tavola alla destra del dittatore, più vicina al padre della stessa madre. Anche nelle foto con i più alti generali dell’esercito la bambina compare sempre al centro e in primissimo piano, come ad attestarne il nuovo status.
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