Ksenia Karelina, ballerina russo-americana dona 50 dollari a fondazione pro Ucraina e Putin la sbatte in carcere

Condannata a 12 anni di carcere per tradimento, colpevole di aver donato 51 dollari e 80 centesimi a una fondazione di aiuti umanitari a favore della popolazione ucraina. E’ la storia di Ksenia Karelina, 32enne con nazionalità sia russa che statunitense, condannata nei giorni scorsi dal tribunale di Ekaterinenburg, città russa nella regione degli Urali.

Dona 50 dollari a fondazione pro Ucraina, condannata a 12 anni

Ksenia vive a Los Angeles con il marito americano. Di professione ballerina, ha effettuato la donazione il 25 febbraio 2022, il giorno dopo l’invasione ucraina da parte della Russia. Era poi tornata in Russia per far visita alla famiglia ma la circostanza è sfuggita all’Fsb, il servizio di sicurezza russo, che ha arrestato la donna lo scorso mese di febbraio perché accusata di aver “raccolto in modo proattivo denaro nell’interesse di una delle organizzazioni ucraine, denaro poi utilizzato per acquistare forniture mediche tattiche, armi e munizioni per le forze armate di Kiev”. L’organizzazione in questione, fondata negli Stati Uniti, è Razom che ha chiarito di non aver mai raccolto fondi per armi o munizioni.

Nuova provocazione russa a Stati Uniti

Secondo la stampa russa la 32enne si sarebbe dichiarata colpevole nel corso del processo che si è celebrato a porte chiuse, ottenendo addirittura uno sconto da parte del giudice rispetto all’iniziale richiesta della pubblica accusa, che chiedeva 15 anni di carcere. Per l’avvocato di Ksenia, il legale  Mikhail Mushailov, i fatti sarebbero andati in maniera diversa. La sua assistita avrebbe infatti ammesso di aver donato dei soldi dopo aver ottenuto rassicurazione sull’effettivo utilizzo del denaro. Denaro che avrebbe aiutato le vittime sia russe, sia ucraine. Da qui la richiesta di Appello.

Il fidanzato: “Usa doveva scambiarla con prigionieri”

Una vicenda che rischia di creare nuove tensioni tra Russia e Stati Uniti dopo lo scambio di prigionieri delle scorse settimane.  Il marito di Karelina, l’ex pugile Chris van Heerden, ha criticato il Dipartimento di Stato americano per non aver riportato a casa la donna nell’ambito dello scambio di prigionieri di due settimane fa.