In tempi di crisi energetica e corsa a trovare soluzioni arriva da Napoli una innovativa proposta green. Si chiama LightingSEA ed è una batteria in grado di produrre e accumulare energia elettrica che si autoricarica utilizzando soltanto 200cc di acqua di mare. Si tratta di un dispositivo elettromeccanico realizzato da un giovane creativo napoletano, Stanislao Montagna, che promette una piccola rivoluzione nella produzione e nello stoccaggio pulito di energia. “Ho pensato al mare come risorsa perché sono napoletano – spiega Montagna – Mio nonno era un pescatore e l’altro nonno era appassionato di elettronica. Unendo le tre cose ho pensato così a questa invenzione. Ho sempre pensato che la grande quantità d’acqua che si trova nel mare, qualcosa di buono l’ha già data in passato come pesci e sale e mi sono sempre chiesto come non potesse essere usato anche per altri fini”.
La sua passione per l’elettronica lo ha portato a iniziare a sperimentare e studiare, approfondire e migliorare. Così è nato il dispositivo che può produrre 5/6 volt per più di 100 ore consecutive senza interruzione ed illuminare led o alimentare piccoli dispositivi elettronici. Le attuali pile e batterie al litio in commercio hanno forti ricadute ambientali: Montagna ha così orientato al green la sua ricerca raggiungendo, dopo due anni di studi, l’obiettivo di un dispositivo che produce energia elettrica, la accumula e si autoricarica sfruttando solo una piccola quantità di acqua di mare come elettrolita.
“Sono garantiti bassissimi costi e alta resa – spiega Montagna – L’uso su ampia scala di LightingSea apporterebbe grandi vantaggi rispetto all’utilizzo di batterie al litio, che oggi alimentano la stragrande maggioranza delle apparecchiature elettroniche. Quasi tutti i dispositivi esistenti, dai telefoni cellulari ai computer, potrebbero infatti beneficiare dei vantaggi di questa invenzione che produce energia pulita e si autoricarica semplicemente attraverso l’immersione in un po’ di acqua di mare”. LightingSea, infatti, per ricaricarsi non ha alcuna necessità di collegarsi ad una fonte di energia elettrica esterna.
Montagna ha già creato il primo lampione che si illumina con l’acqua del mare. Una soluzione che potrebbe essere utile anche in quei paesi più poveri e dove l’illuminazione è più complicata. “Ci ho tenuto a lavorare sui materiali, che potessero essere facilmente reperibili sul mercato. Si parla tanto di mancanza di materia prima, di silicio e di altri materiali nell’elettronica. Ho studiato quali fossero i materiali più facilmente reperibili e su quello ho testato il mio dispositivo”. Sei mesi fa Montagna ha anche depositato il brevetto della sua luce ad acqua di mare. “Mi piacerebbe trovare investitori per portare avanti la ricerca – ha concluso Montagna – Mi riempirebbe davvero di grande orgoglio”.