L’Italia, patria di bellezze naturali straordinarie, è stata recentemente teatro di alluvioni devastanti che hanno messo in evidenza la vulnerabilità delle aree urbane e non solo. La presenza di alberi e aree verdi, insieme al suolo permeabile, emerge come un baluardo cruciale contro tali eventi, offrendo un potente strumento di mitigazione contro gli impatti climatici. In primo luogo, gli alberi agiscono come “scudi naturali,” riducendo la velocità dell’acqua piovana e assorbendone una parte che poi viene riemessa attraverso il processo di evaporazione.

Ciò aiuta a prevenire allagamenti repentini e a mantenere un equilibrio idrogeologico. Inoltre, le aree verdi fungono da serbatoi naturali d’acqua, riducendo il rischio di inondazioni. L’impermeabilizzazione del suolo, uno dei mali principali dell’Italia, contribuisce invece significativamente all’incremento delle alluvioni. La copertura del suolo impedisce all’acqua di infiltrarsi naturalmente nel terreno, causando deflusso superficiale e aumentando il rischio di inondazioni. All’opposto, la presenza di suolo permeabile permette all’acqua di essere assorbita gradualmente riducendo la pressione sui sistemi di drenaggio urbano. Il consumo di suolo in Italia è una piaga che minaccia la sostenibilità ambientale e la resilienza delle comunità.

Il problema dei climatici

In Veneto c’è un capannone ogni 50 abitanti, più di 11mila capannoni abbandonati, ma si continua a costruire. Le recenti alluvioni in Italia hanno scosso le fondamenta delle nostre città, evidenziando la crescente minaccia dei cambiamenti climatici. Questi eventi estremi richiamano con forza l’attenzione sulla necessità urgente di adottare strategie di adattamento e mitigazione. È essenziale investire in infrastrutture verdi, come parchi fluviali e corsi d’acqua naturalizzati, per garantire una difesa efficace contro le imprevedibili manifestazioni meteorologiche. Il problema principale è capire che le alluvioni recenti non sono solo eventi isolati, ma sintomi di un problema più grande. È imperativo che le città italiane affrontino questa nuova realtà con strategie innovative e sostenibili, anche con un approccio olistico. Le strategie di adattamento e mitigazione devono andare oltre la mera costruzione di dighe e sistemi di drenaggio, e includere una rivoluzione verde che restituisca spazi urbani alla natura.

La città verde

Gli investimenti nelle infrastrutture verdi rappresentano un passo cruciale per affrontare la minaccia delle alluvioni. Ad esempio, i parchi fluviali offrono non solo uno spazio ricreativo, ma agiscono anche come zone tampone durante i picchi di pioggia, assorbendo e rallentando il flusso dell’acqua. I corsi d’acqua naturalizzati ripristinano gli equilibri ecologici. La pianificazione urbana deve essere quindi ripensata in modo sostenibile, abbracciando il concetto di città verde. La lotta contro i cambiamenti climatici e le alluvioni non può essere comunque condotta solo a livello governativo. Coinvolgere attivamente la comunità è fondamentale. Negli ultimi anni, si è assistito a una crescente enfasi su progetti ambiziosi di piantare miliardi di alberi come soluzione miracolosa per contrastare i cambiamenti climatici. Tuttavia, dobbiamo guardare con occhio critico a queste proposte, riconoscendo la loro irrealizzabilità e concentrando le risorse su progetti specifici, realistici e con tempistiche più certe. L’idea di piantare miliardi di alberi, sebbene affascinante, è intrinsecamente irrealizzabile. La portata di tale impresa richiederebbe risorse, coordinamento e logistica su una scala monumentale.

Mancano piani fattibili

Al di là della retorica entusiasmante, mancano piani concreti e fattibili per attuare questo ambizioso obiettivo e i sostenitori di questi progetti spesso trascurano – ingenuamente o perché spinti da un lodevole entusiasmo – la complessità del processo di piantagioni su larga scala. La mera quantità di alberi da piantare, insieme alle incertezze legate al loro tasso di sopravvivenza e alla crescita, rende difficile garantire risultati tangibili entro i tempi stimati. Questo solleva dubbi sulla reale efficacia di tali iniziative nel combattere rapidamente i cambiamenti climatici. Dobbiamo perciò spostare l’attenzione. Investire in progetti di riforestazione a livello locale, restaurare ecosistemi danneggiati e promuovere pratiche agricole sostenibili. Concentrarsi, insomma, su iniziative mirate permetterà di ottenere risultati misurabili nel breve termine. La proposta dei miliardi di piante rischia di distrarre da soluzioni più pragmatiche e comprovate. È ora di abbandonare le illusioni tipiche di una certa retorica ambientalista e affrontare la realtà con progetti concreti e realistici. Le recenti alluvioni in Italia non sono un semplice campanello d’allarme che provoca anche gravissimi impatti sociali, ma una sirena spiegata che non può essere ignorata. Per proteggere le nostre città e le generazioni future, è necessaria una rivoluzione verde urbana. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo, il tempo per agire è ora.

Franco Ferrini

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