Augusto Barbera, presidente della Corte costituzionale, in un’intervista a Il Sole 24 Ore benedice la riforma del premierato messa in campo dal governo Meloni che ora, dopo il primo sì del Senato, è in procinto di essere esaminata dalla Camera: “La forma di governo non solo può essere messa in discussione, anzi mi sento di dire che deve essere messa in discussione: è ora di superare un sistema ereditato dalla Guerra fredda, fatto apposta per non permettere ai vincitori delle elezioni di governare”.

“Rivedere la forma di governo non è solo legittimo ma è addirittura necessario, – prosegue Barbera – questo va detto in maniera chiara. Non mi convince questo rifiuto da parte di vari settori dello schieramento politico del tema delle riforme istituzionali, che è aperto dal 1983”.

“Da decenni si sa che ci sono dei limiti della forma di governo che vanno superati. E sono i limiti posti dalla Costituente stessa. Dove, dall’estromissione delle sinistre dal governo nel maggio del ’47, prevalse la paura della vittoria dell’altro. La cosiddetta paura del tiranno nasce lì: il possibile tiranno era per i comunisti quello clericale, per i democristiani quello socialcomunista. Da ciò discendono tutte le cose che non funzionano del sistema italiano. Nessuno può ergersi a esclusivo erede della Carta, così come nessuno può ignorare gli effetti spesso negativi delle riforme tentate a maggioranza”. Un endorsement alla riforma da parte del presidente della Consulta che ha fatto scalpore soprattutto per il ruolo super partes di chi presiede la Corte, organo di rilievo costituzionale chiamato a pronunciarsi sulla legittimità delle leggi. Una dichiarazione clamorosa che ha trascinato dietro di sé molte reazioni del mondo della politica e della giustizia.

Carlo Fusaro, magistrato e docente di diritto pubblico comparato spiega al Riformista che “Barbera è coerente con tutta la sua storia di accademico e di cittadino impegnato nelle istituzioni. Ha ragione da vendere, e io mi onoro di essere al suo fianco e condividere le sue opinioni in materia di riforme. Lancia implicitamente una sfida bipartisan a Giorgia Meloni e alle opposizioni. Alla prima perché s’impegni a correggere i limiti della riforma sul premierato, alle seconde perché si assumano la responsabilità di fare proposte utili a migliorare un testo che in termini generali va nella direzione che in passato avevano indicato, specie il Pd”. Il costituzionalista ed ex deputato alla Camera per il Partito democratico, Stefano Ceccanti ci confida che “è importante che il nostro dibattito istituzionale non si polarizzi tra riforme contraddittorie e conservatorismi ansiogeni. E se a partire dalle ragioni dell’intervista andassimo a riprendere il testo Salvi della Bicamerale?”. Deborah Bergamini, vicesegretario di Forza Italia, in una nota: “Le parole [di Barbera ndr.] dovrebbero indurre maggioranza e opposizione ad avviare un confronto serio e non ideologico. La politica dovrebbe essere dialogo, pur nelle differenze, ricerca di soluzioni comuni per il Paese. Sarebbe ora di scavalcare la Cortina di ferro che da troppo tempo rende impossibile un sano confronto e ristabilire questa legittimazione reciproca. Se invece di fare ciò, non si fa altro di paventare derive non democratiche, il rischio che si corre è di ridicolizzare il valore della democrazia”.

Alcuni componenti del Movimento 5 Stelle delle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato evidenziano l’“irrituale e inopportuna l’intervista nella quale entra nel merito di alcuni punti cardine della riforma. Molte delle sue affermazioni sono in contrasto con quanto osservato da decine di altri autorevoli costituzionalisti. È inopportuno che il presidente della Consulta entri nel merito di un testo di radicale modifica della Costituzione e del sistema di equilibrio tra i poteri ancora all’esame della Camere. È chiaro il rischio di condizionarne il percorso. Infine, poco consona la battuta sull’Rdc e sulla riduzione dell’età pensionabile: parliamo di misure varate per tutelare diritti fondamentali dei cittadini”. Elisabetta Casellati, ministro per le Riforme e la Semplificazione, si stupisce per le reazioni dei parlamentari grillini riguardo “l’autorevolezza indiscutibile del professor Barbera che fa riferimento a concetti espressi più volte sia scritti che in interventi pubblici, fra gli altri in audizione nella Bicamerale D’Alema. Sarebbe bastato un approfondimento, facendo parte i parlamentari per di più della commissione Affari Costituzionali”.