Confermare Pietro Curzio e Margherita Cassano al vertice della Cassazione, nei rispettivi ruoli di primo presidente e presidente aggiunto. È la proposta approvata ieri a maggioranza dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Csm, dopo che il Consiglio di Stato ha annullato le nomine, accogliendo il ricorso di uno dei concorrenti, Angelo Spirito, presidente di sezione alla Suprema Corte. Ora la parola passa al Plenum che domani si esprimerà sulla proposta. Una corsa contro il tempo per dare piena legittimazione a Curzio che venerdì sarà il protagonista della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

La strada scelta dalla maggioranza della Commissione è quindi riproporre gli stessi nomi, motivando meglio le ragioni della prevalenza di Curzio e Cassano su Spirito, guardando ai rilievi mossi da Palazzo Spada. Nella seduta si sono fronteggiate le opinioni differenti di chi ritiene urgente la conferma in vista della cerimonia di venerdì, l’ultima alla presenza di Sergio Mattarella, e chi invece contesta metodo e merito, a partire dalla fretta di dare una risposta senza ponderare con la dovuta attenzione le questioni poste dal Consiglio di Stato. A favore della proposta hanno votato il presidente della Commissione Antonio D’Amato, i laici Fulvio Gigliotti (M5S) e Alessio Lanzi (Forza Italia) e la togata Alessandra Dal Moro (Area). Astenuti il togato Sebastiano Ardita e il consigliere di Unicost Michele Ciambellini.

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