L'opinione
La comunicazione ‘rispetto’ al dramma delle donne
La comunicazione è una cosa seria, ma ancora più seria è una giornata come quella che, a livello mondiale, viene riconosciuta sin dal lontano 1999 come giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Già, si sa, il tema è forte. Si parla di femminicidio troppo spesso ed i numeri che ogni anno, in Italia, registriamo sono sempre troppo alti. “Uomini che amano fino alla morte”. Azioni folli, senza ritorno.
E da qua, grazie alla comunicazione, nascono delle splendide campagne di successo che richiamano hashtag e tendenze sui principali social network e nella rete.
Proprio oggi, nell’analisi dei dati che questa ricorrenza ci sta offrendo, non potevo non notare una nota compagnia di onoranze funebri tra i trend topic. Una pic con scritto: “Ci sono due tipi di donne: l’immagine di una bara e la scritta QUELLE CHE DENUNCIANO“.
Taffo è una società di pompe funebri che ha fatto della morte uno strumento di ironia, sdrammatizzando con tanto sarcasmo. Una delle loro prime campagne che lanciarono fu proprio quella dallo slogan “stavolta tuo marito non potrà dirti di no” riferita alla possibilità di trasformare in diamante le ceneri di un proprio caro, in questo caso… il marito defunto.
Eppure, oggi non c’è nulla di ironico. Bisognerebbe spiegare a Taffo e alla loro società di comunicazione, che molte donne non scelgono di morire. Tante donne non possono denunciare, o non sono nelle condizioni di poterlo fare. Peggio ancora, molte donne uccise, avevano denunciato il proprio carnefice, ma non sono state tutelate adeguatamente.
Un claim estremamente sbagliato, di pessimo gusto, che in pochissime ore ha già registrato un sentiment negativo del 70%. Il messaggio parla chiaro. Se hai coraggio di denunciare, ti salvi, altrimenti finisci sottoterra.
Eh no, non è così. Dietro ogni femminicidio ci sta una storia, e nessuna è mai uguale all’altra. L’unico denominatore comune è la follia della mente di questi uomini malati incapaci di accettare e incassare un “NO” o un “FINE”.
E se proprio volevano dire qualcosa anche oggi, come suggerisce un utente in rete, riferendosi a una bara avrebbero dovuto scrivere “Di queste ne abbiamo fatte troppe”
Comunicazione sbagliata, fine della storia.
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