Dopo giorni di detto e non detto, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano racconta una nuova verità sulla consulente Maria Rosaria Boccia: “Avevo una relazione sentimentale con lei e per questo ho revocato l’incarico. Mai speso un’euro per lei. Ho presentato le mie dimissioni alla premier Meloni che le ha respinte”. Sono le parole del ministro nel corso di una intervista al Tg1 di questa sera, nella quale Sangiuliano ha mostrato anche i movimenti bancari del suo conto personale. “Mai speso soldi pubblici, non sono ricattabile”, ha affermato il ministro finito nella bufera.

La confessione del ministro Sangiuliano e la replica di Boccia

E nel momento della messa in onda dell’intervista di Sangiuliano su Rai1, Maria Rosaria Boccia ha commenta in diretta sui suoi social. Nel tardo pomeriggio la donna aveva già pubblicato una foto con una scatola di popcorn aggiugendo: “Tutto arriva per chi sa aspettare”. Poi la ormai ex consulente del ministro aveva scritto: “I punti fondamentali: perché è stata strappata la nomina? Perché nelle due dichiarazioni al quotidiano La Stampa è stata storpiata la realtà. Spero di non dover smentire ancora! Un bugiardo recidivo in Parlamento non sarebbe sicuramente gradito!”. Poi sono arrivati i primi commenti alle dichiarazioni di Sangiuliano: “Iniziamo a dire bugie”, in riferimento al “non sono ricattabile” del ministro.

La rabbia del Pd per l’intervista a Sangiuliano

Il Pd, non commentando i fatti in sé in cui è coinvolto Sangiuliano, ha però diffuso una nota per protestare contro l’utilizzo del servizio pubblico a uso “privato” per il ministro. “Quindici minuti di intervista a un Ministro su fatti sui quali le opposizioni hanno chiesto di riferire in parlamento non sono altro che un uso privato del servizio pubblico. L’imbarazzante vicenda che ha coinvolto il Ministro, le istituzioni, l’organizzazione del G7 ad oggi non è stata chiarita. Anzi, con uno stillicidio di novità quotidiane, mostra le ripetute bugie di membri del Governo e apre nuove questioni sulle quali occorre riferire in Parlamento. In aggiunta, oggi si registra un’altra incredibile puntata di questo scandalo: uno spazio di 15 minuti, senza partecipazione dell’opposizione, alla voce unica e sola del Ministro. Questa non è informazione pubblica, è un regime di informazione che mortifica il servizio pubblico ad un uso privato. Chiediamo la convocazione dei vertici RAI in Commissione Vigilanza“, questa la nota congiunta dei parlamentari del gruppo PD in Vigilanza RAI.

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