Lei ha “più amici gay” che “tratta come persone normali”, come “tratto qualsiasi altra persona normodotata” perché “la nostra Costituzione tutela tutte le persone”. Lei è Felicia Grazia Scaffidi, consigliera di Fratelli d’Italia a Lissone, comune di circa 50mila abitanti in provincia di Monza e della Brianza. Nel corso della seduta dello scorso 22 giugno (trasmessa in diretta streaming sul sito del Comune) e al centro del dibattito c’era la mozione promossa dalla lista di minoranza, Vivi Lissone, che chiedeva di aderire alla carta Re.a.dy, la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnata per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale.

Raccapriccianti le parole di Scaffidi nel corso del suo intervento. Più passavano i secondi e più il tentativo di chiarimento della consigliera del partito di Giorgia Meloni peggiorava ancora di più la sua posizione. Nel replicare a un consigliere di minoranza, Scaffidi spiega: “Non accetto che mi venga data dell’omofoba, ho più amici gay io che forse tu”.

Poi il degrado: “Li tratto come tratto qualsiasi altra persona normodotata. Scusa – dopo i malumori di alcuni consiglieri presenti in aula – posso anche essere emozionata e anche un po’ arrabbiata e quindi posso sbagliare. Veramente – ribadisce – ho più amici gay che normali, e vengono trattati allo stesso identico modo”.

Infine prova a chiamare in causa al Carta costituzionale, ammettendo implicitamente di considerare il mondo LGBTQIA+ un mondo diverso: “Siete voi a discriminarli e a farli passare per persone diverse. Ribadisco che la nostra Costituzione tutela tutte le persone e non fa discriminazione, chi vuol capire capisca…”.

 

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