Tra le 21 vittime della tragedia di Mestre, dove un bus è precipitato dal cavalcavia, anche una giovane donna croata in viaggio di nozze in Italia con il marito. Si chiamava Antonela Perkovic, aveva 26 anni, era al sesto mese di gravidanza e lo scorso 9 settembre aveva sposato a Spalato Marko Guma Bakovic. Avevano scelto Venezia per il loro viaggio di nozze. L’uomo, rimasto gravemente ferito (non sarebbe però in pericolo di vita), è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Mirano (Venezia).

Agli infermieri, così come racconta Repubblica, avrebbe chiesto più volte notizie della coniuge. “Dov’è mia moglie? Come sta?” la richiesta insistente dell’uomo a un’infermiera consapevole della tragedia. “Si riposi, adesso si deve riprendere” la risposta della sanitaria al paziente che ha riportato traumi in più parti del corpo.
A perdere la vita nove ucraini, quattro rumeni, tre tedeschi e due portoghesi, a cui si aggiungono la donna croata, un sudafricano e un italiano, ovvero l’autista Alberto Rizzotto. Tra le vittime ci sono anche due bambine, una di pochi mesi, l’altra di due anni.

Un lavoro difficile quello dei soccorritori perché, fonti mediche spiegano che, “identificare i corpi, in alcuni casi, è stato molto complicato”. Identificazione risultata complicata dal fatto che in molti non avevano documenti e anche perché i corpi sono irriconoscibili perché in parte carbonizzati. C’è voluto il test del Dna.
Tra le vittime anche il giovane tedesco Jonathan Siddharta Grasse, 28 anni, che si trovava in Italia insieme alla fidanzata francese Lucie, 21 anni. Lei adesso è ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Dolo. Tra i sopravvissuti feriti anche quattro figli rimasti senza genitori, due sono fratelli. Feriti e familiari verranno seguiti da un pool di psicologi. Apprensione per le condizioni di una bambina di quasi quattro anni “ricoverata al centro grandi ustionati di Padova”.

 

Redazione

Autore