L'invasione per "smilitarizzare" e "denazificare" il Paese
La dichiarazione di guerra di Putin all’Ucraina: “Deponete le armi, conseguenze mai viste per chi interfererirà”
Il Presidente della Russia Vladimir Putin ha annunciato “un’operazione militare” in Ucraina nella notte, intorno alle 4:00 italiane. L’annuncio in diretta tv mentre si riuniva il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una scelta non casuale e dettata dal tempismo. Sulla televisione di Stato Putin ha spiegato il via alle operazioni per “smilitarizzare” e procedere alla “denazificazione” dell’Ucraina. “I vostri padri e i vostri nonni non hanno combattuto per poter aiutare poi i neo-nazisti”, ha detto Putin chiarendo che non si tratta di un’occupazione del Paese.
È il fallimento delle trattative diplomatiche, della de-escalation invocata dagli interlocutori internazionali da settimane. Lunedì scorso l’annuncio, sempre in tv di Putin, del riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche del Donbass, quelle di Luhansk e di Donetsk, occupate dal 2014 da ribelli filorussi sostenute direttamente da Mosca – anche se il Cremlino aveva sempre negato un diretto coinvolgimento. Lo stesso anno, dopo le rivolte di piazza Euromaidan e la fuga del Presidente ucraino filorusso Viktor Yanushenko, era stata occupata la penisola della Crimea.
È il picco della tensione: l’invasione, è il ritorno della guerra in Europa. “Ho preso la decisione di un’operazione militare”, ha detto Putin. “L’operazione militare russa mira a proteggere le persone e le circostanze richiedono un’azione decisiva dalla Russia. I piani di Mosca non includono l’occupazione dell’Ucraina. È per il diritto del popolo ucraino all’autodeterminazione”. Lo scopo “è proteggere le persone che per otto anni sono state esposte all’umiliazione e al genocidio del regime di Kiev. Per questo cercheremo la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, e faremo pressioni anche per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro civili pacifici, compresi i cittadini russi”. Putin ha anche affermato che la Russia non può permettere a Kiev di ottenere armi nucleari e ha ricordato l’espansione illegittima della Nato a Est.
L’accusa frontale – “la macchina militare si muove e, ripeto, si avvicina ai nostri confini” – del Cremlino all’Alleanza. “Oggi, ritengo ancora una volta necessario tornare sui tragici eventi accaduti nel Donbass e sulle questioni chiave per garantire la sicurezza della stessa Russia. Parliamo di minacce che anno dopo anno, passo dopo passo, vengono create in modo rude e senza tante cerimonie da politici irresponsabili in Occidente nei confronti del nostro Paese”. E ancora: “Alle nostre proposte, abbiamo costantemente affrontato o cinici inganni e bugie, o tentativi di pressioni e ricatti.
La Russia “non farà lo stesso errore due volte nel compiacere l’Occidente. Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire” in Ucraina “sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto. Spero di essere ascoltato”. Putin ha chiarito che “nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e a terribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore. Coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo, senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico. Hanno davvero grandi capacità finanziarie, scientifiche, tecnologiche e militari. Lo sappiamo e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente rivolte in ambito economico, così come la nostra capacità di resistere a questo ricatto sfacciato e permanente”.
Dallo scorso autunno Mosca ha spostato e piazzato ai confini con l’Ucraina quasi 200mila soldati. “Per quanto riguarda la sfera militare, la Russia moderna, anche dopo il crollo dell’Urss e la perdita di una parte significativa del suo potenziale, è oggi una delle più potenti potenze nucleari del mondo ed è in vantaggio in numerosi degli ultimi tipi di armi”, ha detto Putin che solo due giorni fa, riconoscendo le autoproclamate Repubbliche del Donbass aveva di fatto sminuito l’indipendenza dell’Ucraina descrivendo il Paese come parte della Russia.
Subito dopo le parole di Putin si sono sentite le prime esplosioni a Kiev e in altre città, truppe anfibie a Odessa. Gli obiettivi sarebbero, secondo le caotiche e parziali prime informazioni, le infrastrutture militari. La prima città a essere attaccata, Kharkiv, la seconda più grande del Paese. L’invasione si starebbe sviluppando su tre direttrici: dalla Bielorussia, dal sud verso le città portuali di Mariupol e Odessa, dall’est dell’Ucraina. Difficile fare un primo bilancio delle operazioni. Secondo la Cnn sarebbero già un centinaio le vittime. Condanne dall’Occidente: il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato di “bagno di sangue”, il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha convocato un vertice, il Presidente del Consiglio Italiano Mario Draghi ha condannato l’invasione. Sarebbe pronta una nuova tranche di sanzioni verso Mosca. Il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky invoca una coalizione internazionale e dice “il mondo è con noi”.
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