Il direttore finanziario della Vecchia Signora Stefano Cerrato parlava così nell’intercettazione del 15 ottobre 2021 riferendosi, probabilmente, allo scambio di giocatori Tonga – Aké con il Marsiglia, valso una plusvalenza per i bianconere di otto milioni. Poi ancora sull’affare Pjanic – Arthur con il Barcellona, parlando con Roberto Grossi Cerrato diceva: “Penso che sarebbe opportuno dargli (alla Consob ndr.) un riferimento di principio contabile o di qualcosa, cioè io posso supercazzolarli in modo più raffinato?”.
E sarebbero ancora molte, simili a queste, le intercettazioni delle telefonate dei dirigenti della Juventus, che hanno al centro sempre le plusvalenze. Come quella ambientale avvenuta il 22 luglio 2021 a una cena in un locale vicino alla vecchia sede dei bianconeri tra il ds Federico Cherubini e il capo dell’area business Stefano Bertola. Proprio quest’ultimo in oltre tre ore di conversazione esprimeva la sua ansia: “In 15 anni ricordo solo una situazione così brutta, Calciopoli. Lì ci davano addosso tutti, qui ce la siamo creata noi”.
Da questi primi estratti sembra che al centro ci fosse il nome di Fabio Paratici nel cui libro nero dell’ex ds trovato nelle perquisizioni sarebbero state trovate conferme del modus operandi dei bianconeri tra il 2018 e il 2021. Cherubini rincara la dose sull’attuale ds del Tottenham: “Io l’ho detto a Fabio ‘è una modalità lecita ma hai spinto troppo’. E lui rispondeva ‘non ci importa nulla perché se negli scambi metti 4 o 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla”. E aggiunge: “Con Fabio non di poteva ragionare. Finché c’è stato, Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera”.
Sarebbe proprio un’altra intercettazione di una mail datata 18 novembre 2020 che ha sempre Bertola come protagonista, a inchiodare il presidente Andrea Agnelli: “Riduzione stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza”.
Dal governo giungono le parole del ministro dello Sport Abodi: “La situazione della Juventus è soltanto la punta estrema e, per certi versi, anche clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall’altra parte”, perché “probabilmente la Juventus non è l’unica”, dunque “è il momento di mettere ordine e di andare a controllare in maniera più puntuale, perché ci sono società che si comportano in maniera estremamente corretta ed altre che, evidentemente, hanno interpretato in maniera troppo particolare le norme, e ciò determina un problema anche sul versante dell’equa competizione”