Il sottosegretario continua a raschiare il fondo
La disumanità di Delmastro, fuma in carcere e si vanta di non aver incontrato i detenuti. Caiazza: “Appicca il fuoco, è inadeguato”
Raschiare il fondo. E’ forse questo l’obiettivo del sottosegretario alla Giustizia del Governo Meloni. Andrea Delmastro fa quel che vuole. Dopo la raccapricciante vicenda dello sparo di Capodanno e il caso Cospito (dove è imputato per rivelazione di segreto d’ufficio), il fedelissimo di Giorgia Meloni ne combina un’altra. Non solo va in carcere e si fa fotografare mentre fuma una sigaretta con alle spalle il divieto di fumare (immagine pubblicata sui social e poi cancellata dopo la gaffe), ma addirittura gira due penitenziari pugliesi senza incontrare i detenuti e verificare le condizioni disumane in cui sono ristretti, tra sovraffollamento e carenze strutturali.
Il non inchino alla “Mecca dei detenuti”
Anzi. Delmastro addirittura si vanta di non essersi inchinato alla “Mecca dei detenuti“, in un periodo storico dove tra escalation di suicidi in carcere (oltre 60 tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria), sovraffollamento e condizioni igienico-sanitarie assai precarie il governo, e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, continuano a fregarsene. Anzi: con il decreto Caivano e il recente decreto carceri le patrie galere italiane saranno sempre più affollate, sempre ricche di nuovi ospiti arrestati per poco o niente.
Caiazza: “Delmastro deve dimettersi, rappresenta indegnamente ministero”
A criticare l’atteggiamento del sottosegretario, sempre al suo posto nonostante gli scandali degli ultimi anni, è l’avvocato Gian Domenico Caiazza, ex presidente delle Camere Penali, che su X commenta duramente l’atteggiamento dell’esponente del governo Meloni: “Le parole del sottosegretario alla Giustizia Delmastro delle Vedove, che sdegnosamente rivendica di aver visitato il carcere di Taranto per incontrare solo la Polizia Penitenziaria, perché lui non si inchina “alla Mecca dei detenuti”, sono di una gravità definitiva. E faccio fatica a comprendere – sottolinea Caiazza – come sia possibile che nessuno dei soggetti politici (partiti, associazioni) invece attenti e schierati nella denuncia della vergogna delle carceri, invochi le immediate dimissioni di una persona così inadeguata al ruolo, né chieda conto al Ministro Nordio cosa pensi di una simile, scandalosa dichiarazione del suo vice-Ministro”.
Caiazza: “Delmastro appicca il fuoco”
Per Caiazza “il Sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti (siano essi i peggiori criminali, o persone innocenti in attesa di giudizio) sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e-specificamente- al Ministero che egli indegnamente rappresenta. E se costoro vengono custoditi nelle condizioni indecenti che tutti conosciamo, significa che Delmastro in quel momento rappresenta formalmente chi ha la responsabilità di quella indecenza (che naturalmente ha molti padri in questi ultimi decenni). Se va in carcere e parla solo con polizia penitenziaria e il personale amministrativo, rivendicando con orgoglio di aver ignorato i detenuti, non solo appicca il fuoco di una contrapposizione esplosiva tra “buoni” e “cattivi”, ma dimostra di non avere la minima idea di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità. Chi confonde la politica con la propaganda becera delle proprie idee, non può avere responsabilità di Governo di questa importanza”.
Lo stesso Delmastro al termine della visita di ieri, ha chiarito che il governo non assumerà “mai nessun provvedimento svuotacarceri, già visto e già tristemente vissuto”. “E dato che” in passato “è stata fatta una serie di svuotacarceri ed il sovraffollamento è identico, evidentemente è una misura fallimentare”. Poi ha aggiunto: “Questo governo ed il sottoscritto – ha aggiunto – in prima persona hanno sbloccato in 20 mesi 255 milioni di edilizia penitenziaria per recuperare settemila dei diecimila posti detentivi mancanti. Questo ci fa ben sperare per recuperare gli altri tremila nel corso del mandato e risolvere strutturalmente il problema del sovraffollamento”.
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