Il differenziale
La fake news di Conte sullo Spread: “È salito, danni notevoli”, e invece solo oscillazioni minime
Giuseppe Conte agita lo spettro dello spread sulla crisi di governo. Una crisi da irresponsabili, da incoscienti, fuori luogo insomma. “Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese – aveva detto ieri nel suo discorso alla Camera dei Deputati – rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere”. E invece non è così. Il governo ha ottenuto la fiducia a Montecitorio. La partita vera è però quella che si giocherà oggi a Palazzo Madama. Se i voti ballano però lo spread non fa una piega.
Come se i mercati non avessero creduto davvero alla crisi dell’esecutivo in Italia e aperta dalle dimissioni delle ministre dell’Agricoltura Teresa Bellanova e delle Pari Opportunità Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto. E a provarlo è proprio lo spread. Che cos’è, innanzitutto, lo spread? È il differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, simbolo dell’affidabilità politica e della fiducia nei suoi confronti degli investitori internazionali. Uno spettro e un termometro allo stesso tempo.
Conte ha agitato lo spread nell’ambito del riscoperto europeismo che il premier ha trovato, con il Movimento 5 Stelle, sulla via del passaggio dal governo con la Lega a quello del Partito Democratico. Lo spread, in verità, ha conosciuto oscillazioni davvero minime, irrilevanti. Il punto più basso registrato di recente è il 101,1 dell’8 gennaio. Il giorno del ritiro di Italia Viva dalla maggioranza, il 13 gennaio, è al 108,4, fino al 112,9 di ieri 18 gennaio. Dal 12 al 14 gennaio lo scarto è aumentato di circa lo 0,05%. I rendimenti sono da tempo ai minimi, intorno allo 0,6% per i titoli a dieci anni, un terzo circa rispetto al maggio del 2020. Niente di esiziale. Neanche paragonabile ai picchi registrati durante la prima fase della pandemia e neanche della scorsa estate (quando ha sfiorato diverse volte quota 160).
Solo minime oscillazioni al momento dunque. A sostegno di qualsiasi governo c’è infatti in questo momento la Banca Centrale Europea, e il Pandemic Emergence Purchase Plan, ovvero un trilione di euro a sostegno dei titoli di Stato dei Paesi membri. Una garanzia di stabilità. Le grandi banche d’affari, da Citigroup a Goldman Sachs, non escludono l’eventualità di un impennata in caso di caduta dell’esecutivo e di ricorso alle elezioni. Comunque non è ancora quel momento. Per il momento lo spread non è un fattore di criticità.
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