La decisione
La Finlandia blinda i confini con la Russia: il governo annuncia la chiusura di quattro valichi
Helsinki teme l’uso della pressione migratoria irregolare. E alla Nato la situazione viene monitorata con attenzione

La Finlandia punta il dito contro la Russia e blinda i propri confini. Sta scendendo il gelo tra Helsinki e Mosca, non solo per le temperature di fine novembre, ma anche per le relazioni diplomatiche. Ieri, infatti, il governo finlandese ha annunciato la chiusura di quattro valichi – su otto – con la Russia. Si tratta dei varchi di Vaalimaa, Nuijamaa, Imatra e Niiral che da sabato 18 novembre fino almeno al 18 febbraio 2024 non saranno accessibili. Una decisione presa dopo quanto avvenuto negli ultimi giorni. Secondo la guardia di frontiera finlandese, da settembre sono stati 280 i richiedenti asilo arrivati attraverso la Russia, provenienti soprattutto dall’Iraq, ma anche da Siria, Yemen, Turchia e Somalia. Numeri bassi, sulla carta, ma in aumento esponenziale negli ultimi giorni. Helsinki non vuole rischiare e ha denunciato un cambio di atteggiamento da parte delle autorità russe al confine: se prima collaboravano per fermare i migranti senza i visti necessari, ora avrebbero cominciato a far passare anche quelli privi di documenti. Anzi, il premier Petteri Orpo già martedì aveva avvisato dell’aggravamento della situazione: “È chiaro che queste persone ricevono aiuto, vengono anche scortate o trasportate al confine dalle guardie di frontiera”.
Quel muro da 200 km
Helsinki teme di essere vittima di un’operazione di guerra ibrida da parte del Cremlino, attraverso l’uso della pressione migratoria irregolare. Un’ipotesi plausibile, visti i precedenti adottati da Mosca, come le migliaia di persone lasciate tra Bielorussia e Polonia nel 2021 che hanno “spaventato” l’Europa. O come l’ondata di migranti provenienti dal Medio Oriente che hanno provato a entrare proprio in Finlandia dalla Russia tra il 2015 e il 2016. Per questo a Helsinki non vogliono farsi trovare impreparati. Il governo, dice la ministra degli Interni Mari Rantanen, è pronto “ad adottare misure ancora più forti se necessario”. Già da mesi Helsinki ha optato per la costruzione di un muro lungo 200 chilometri alla frontiera con la Russia. Ma la linea di demarcazione tra i due Paesi si snoda per 1340 chilometri e rappresenta anche il confine esterno di Europa e Nato, dopo l’ingresso di Helsinki nell’Alleanza Atlantica in seguito all’invasione russa in Ucraina.
Da Bruxelles, Ursula von der Leyen ha definito “vergognosa la strumentalizzazione dei migranti da parte della Russia” dicendo di sostenere le misure introdotte dalla Finlandia e ringraziandola per difendere i confini dell’Europa. Dalla Nato la situazione viene monitorata con attenzione. Per Jens Stoltenberg “è ancora presto per decidere se sia una questione da affrontare come alleati, ma rimaniamo vigili”, ha detto il segretario generale riferendo di aver avuto un colloquio a inizio settimana con il ministro della Difesa finlandese Antti Hakkanen.
Da Mosca, intanto, fanno sapere per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, che la decisione della Finlandia è la conferma dell’emergere “di nuove linee di separazione in Europa”. Separazioni o meno, c’è da scommettere che le foto dei migranti ammassati ai confini europei nel 2015 e nel 2021 siano bene in vista negli uffici dei ministeri finlandesi.
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