Sono stanchi. E vogliono dire basta a regole orarie e limitazioni che stanno esasperando la gestione di bar e ristoranti. Lo spostamento del coprifuoco alle 23 non comporta un aumento rilevante degli incassi per i ristoratori. A Roma si registra solo uno slittamento delle prenotazioni: è con l’eliminazione di ogni vincolo d’orario che arriveranno i veri vantaggi. Lo ha detto il presidente della Fipe Confcommercio di Roma, Sergio Paolantoni, in riferimento all’entrata in vigore del decreto legge Covid. Con lo spostamento di un’ora del coprifuoco «purtroppo non sono convinto che ci sia un aumento immediato e facilmente registrabile dei consumi e quindi degli incassi per i ristoranti. Io credo che questo prolungamento del coprifuoco offra, in questa prima fase, ai nostri clienti la possibilità di consumare con più tranquillità e meno ansia – ha chiarito Paolantoni -. Altra cosa sarebbe stato invece il coprifuoco alle 24:00 oppure l’annullamento del coprifuoco, che avrebbe permesso facilmente la possibilità di avere un secondo turno, portando ad un aumento dei consumi e quindi dei fatturati».
APPELLO AL GOVERNO

Paolantoni ha precisato che «quasi tutti i nostri associati registrano solo un calo delle prenotazioni alle 19.30, spostate alle 20 o 20:30. Questo significa che sono i medesimi clienti che posticipano solo la prenotazione e, anzichè andare al ristorante di corsa per poi correre a casa, possono spostarsi con più calma». Per il presidente della Fipe Confcommercio Roma «sicuramente lo slittamento del coprifuoco alle 23 comporta un lieve aumento del fatturato, ma non molto rilevante e significante. Quando il coprifuoco sarà spostato alla mezzanotte o ancora meglio sarà annullato è ovvio che il dato di aumento dei consumi e degli incassi sarà subito registrabile», ha sottolineato. Con l’entrata in vigore del nuovo decreto, il superamento totale del coprifuoco è previsto dal 21 giugno, mentre si potrà riprendere il servizio di ristorazione anche al chiuso dal primo giugno. Per quest’ultimo aspetto Paolantoni ha tenuto a precisare che «a Roma il 43 per cento dei locali non ha spazi esterni e quindi non possono esercitare la loro attività, con una perdita del 100 per cento del fatturato. Dal primo giugno è auspicabile, quindi, che anche queste attività possano ripartire», ha concluso.

Sofia Unica

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