Mate Polis - Le gemelle diverse
Voto partiti sinistra italiana è voltafaccia a europeismo
La fragile galassia Europa equilibratrice dei conflitti: ma i guerrafondai vanno fermati non aiutati
Quante volte ci siamo fatti questa domanda: lo spazio e il tempo sono infiniti? La storia della fisica e dell’astronomia ci porta oggi a dire che ogni spazio e ogni tempo finiscono in sé, ma non in assoluto. La teoria della relatività generale ammette che lo spazio non finisca mai, ammettendo anche un’opzione alternativa. La trama stessa del mondo fisico, lo spazio in quanto tale, potrebbe essere un’entità puramente matematica.
Negli ultimi quattrocento anni la nostra conoscenza del cosmo ha fatto passi avanti straordinari. Non sappiamo proprio tutto, però sappiamo che 14 miliardi di anni fa c’è stata una grande esplosione e tutto ciò che vediamo oggi era molto più caldo di quanto sia caldo il nucleo del sole e si espandeva così rapidamente da raddoppiare le proprie dimensioni in meno di un secondo. Per qualche minuto l’universo fu un gigantesco reattore a fusione e trasformò l’idrogeno in elio e in altri elementi leggeri finché l’espansione cosmica non raffreddò e diluì il cosmo al punto di interrompere la fusione. Dopo altri 400mila anni di espansione e diluizione, il plasma di elio e idrogeno si raffreddò, trasformandosi in un gas trasparente. Nei miliardi di anni successivi, la gravità trasformò l’universo, fino ad allora noiosamente uniforme, in un’entità piena di variabili interessanti: così nacquero i pianeti, le stelle, le galassie e la struttura cosmica su grande scala che oggi vediamo intorno a noi.
Questo ci consente di dire che la storia del nostro universo è descritta da semplici leggi fisiche che consentono di prevedere il futuro a partire dal passato e il passato a partire dal futuro. Queste leggi fisiche sono tutte espresse in termini di equazioni matematiche. Nella struttura del nostro universo, e immaginiamo degli infiniti altri universi paralleli, le galassie, le stelle e i pianeti sono le componenti essenziali. Grazie ad Einstein sappiamo che il nostro universo si è formato all’incirca 14 miliardi di anni fa. Sappiamo inoltre che le galassie si sono formate subito. L’energia è fornita dalle stelle, che hanno un ciclo vitale. Quello che sappiamo del sole è che si è formato all’incirca 4.6 miliardi di anni fa, che tra altri cinque miliardi di anni si trasformerà in una gigante rossa, per poi diventare una nebulosa planetaria, poi una nana bianca e infine una nana nera. In ogni galassia per ora se ne contano circa 200 miliardi. La nostra, la via lattea, che è la più piccola che si conosce, ha circa 180 miliardi di stelle.
I numeri sono impressionanti e danno il senso di cosa vuol dire infinito di infinito. In tutto questo pullulare di numeri, in un piccolo sistema solare, uno dei pianeti che orbitano intorno a questa stella che chiamiamo sole, ha incredibilmente generato condizioni di vita molto speciali e particolari. Non potremo mai dire che sono uniche. Forse non lo sapremo mai. Però sappiamo di essere in qualche modo speciali. Su questo piccolo pianeta la vita, attraverso un lungo processo evolutivo, ha generato esseri intelligenti, dotati di una certa libertà che definiamo libero arbitrio. Come diceva Voltaire: “È molto singolare che tutta la natura, tutti i pianeti, debbano obbedire a leggi eterne e che possa esserci un piccolo animale, alto cinque piedi, che a dispetto di queste leggi possa agire a suo piacimento, seguendo solo il suo capriccio”. Questa è la versione un po’ negativa. In quella positiva questo piccolo animale ha creato la musica, la letteratura, la poesia e ha saputo anche descrivere queste leggi eterne grazie alla sua intelligenza. Non male.
Mi piace pensare che la nostra piccola Europa abbia un po’ questa stessa possibilità. È la più piccola tra le potenze, la più gracile dal punto di vista muscolare. Però unisce paesi, popoli e tradizioni di eccezionale valore e potrebbe essere l’equilibratore di questa fase della storia dell’umanità. Dovrebbe decidersi a darsi un’anima politica, una costituzione federale, a fare delle sue differenze un punto di forza, a sfidare la logica folle di altre potenze mondiali. Per questo la vicenda del conflitto tra Russia e Ucraina diventa decisiva. L’Europa non può sottrarsi a giocare un ruolo per fermare l’aggressione Russia e liberare l’Ucraina e gli altri paesi in orbita europea da tentativi simili. Perché e giusto e perché questo aiuterebbe la formazione di un’Europa ancora più forte. Gli europeisti non possono sottrarsi da questa responsabilità, e il voto dei partiti della sinistra italiana e in particolare del PD, con alcune nobili eccezioni, è un voltafaccia dell’europeismo di Altiero Spinelli e Giorgio Napolitano. Per affermare la pace bisogna fermare i guerrafondai prepotenti e dare monito a chi potrebbe emularli, non aiutarli a farla franca. Bisogna convincersi che sulla galassia Europa ci può essere vita: per contrastare l’autoritarismo, combattere il terrorismo, liberare energie e popoli. E questa vita, come avviene per l’universo, può alimentare altre vite.
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