Giorni bollenti, quelli in Francia dopo le elezioni di domenica. La vittoria del Nuovo Fronte popolare, alleanza di sinistra messa in piedi per sconfiggere la destra, è arrivata a sorpresa. E il leader di uno dei partiti che ne fanno parte, Jean-Luc Mélenchon di La France Insoumise, ha subito richiesto di salire al governo del paese. Ma Mélenchon ora deve trovare una soluzione ai malumori e alle spaccature all’interno del proprio partito. Secondo dei media francesi, infatti, alcuni dissidenti del partito hanno proposto a ecologisti e comunisti di creare un nuovo gruppo parlamentare, staccandosi quindi da Lfi.
La France Insoumise di Mélenchon si spacca, dissidenti pronti a unirsi a ecologisti e comunisti
Non si tratterebbe di pochi militanti o di piccoli esponenti, ma di dirigenti di primo piano in disaccordo con la linea di Mélenchon, come Clémentine Autain, François Ruffin e Alexis Corbière. Con una lettera ai vertici degli ecologisti (Cyrielle Châtelain) e del Pcf (André Chassaigne), i dissidenti hanno dichiarato di non voler più far parte del gruppo degli Insoumis: “Come sapete, la rottura tra noi è France Insoumise è completa. Non siederemo nello stesso gruppo”. Una presa di distanza da Lfi, e anche dall’eventualità di una premiership di Mélenchon, che potrebbe riguardare le mosse verso una coalizione di partiti più moderati, con Emmanuel Macron ancora protagonista. Il piano del presidente francese, quindi, va avanti.
Francia, il socialista Faure pronto a diventare premier
I negoziati tra le forze più moderate proseguono, per valutare se ci sia spazio per una maggioranza di governo che isoli le estreme di destra come quelle di sinistra. Il Nuovo Fronte popolare si potrebbe quindi spaccare, con i socialisti pronti a dialogare con i centristi di Macron. Oltre ai negoziati, i politici coinvolti cercano di forzare la mano anche con dichiarazioni rilasciate attentamente ai giornalisti. Come quella di Olivier Faure, il segretario del Partito socialista francese, che si è detto “pronto ad assumere la funzione” di premier. Uno scenario non così utopico, con il suo vice, Pierre Jouvet, che è sicuro: “Faure è l’unico profilo che può rassicurare e diventare primo ministro”. Le discussioni, intanto, continuano.