A Doha
La fuga dei leader di Hamas dal Qatar: i telefoni spenti e la protezione di Erdogan
Doha si prepara a salutare Ismail Haniyeh e Khaled Meshal. I due leader di Hamas così come altri meno noti ma con ruoli apicali nell’organizzazione terroristica, sarebbero in procinto di lasciare il Qatar dopo aver passato più di quattro anni nella capitale, che al momento non è più in grado di garantire ospitalità e sicurezza in caso di operazionali militari israeliane.
Da tempo il governo dello stato ebraico ha reso pubbliche le operazioni in corso di svolgimenti per rintracciare i responsabili dell’attacco del 7 ottobre scorso, etichettandoli come “morti che camminano”. Il Qatar, che allo stesso tempo ospita una base navale americana è stato messo alla stretta: continuare a proteggere i terroristi o rischiare di diventare l’epicentro di un conflitto destinato ad allargarsi.
Fonti locali, come il canale in lingua araba dell’emittente israeliana Kan, citando fonti a Doha, riferiscono di telefoni spenti e nuove mete già fissate: Algeria, Iran e Turchia in primis, quest’ultima scelta da un altro leader di spicco di Hamas, Salah al Arouri che avrebbe appena lasciato Beirut per rientrare sotto la protezione di Erdogan. Non è da escludere però che la fuga di massa potrebbe essere stata avallata collettivamente da Hamas, con direttive specifiche.
Nuovo accordo sui prigionieri
Nel frattempo, fonti del Cairo hanno riferito a Sky News Arabia che Israele sta chiedendo all’Egitto e al Qatar di aiutare a mediare un altro accordo di cessate il fuoco con Hamas: l’obiettivo è quello di far rilasciare altri ostaggi detenuti a Gaza. Presto è in programma un incontro a tre tra funzionari israeliani, egiziani e qatarioti sotto il patrocinio americano.
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