Partito comunista come l'estrema destra su immigrati
La Germania è (ancora) divisa in due: il nuovo partito filorusso e anti-immigrazione di Sahra Wagenknecht
A trentacinque anni dalla caduta del Muro di Berlino, un sentimento di nostalgia per la fu Repubblica Democratica Tedesca continua ad attraversare milioni di cittadini. Che potrebbero aver trovato una voce
Tutte le illusioni vengono al pettine e l’ultima è quella della Germania unificata. Mai come oggi la Germania si presenta e si comporta come se il muro di Berlino non fosse mai caduto e come se la Repubblica democratica tedesca non cessasse di essere un paese geneticamente modificato dai quarant’anni di socialismo di modello sovietico. Ciò che accade nell’imminenza delle elezioni in alcuni lander nel mese di settembre è l’emergere di un risentimento profondo verso l’Occidente e una manifesta simpatia per la Russia di Putin.
Sahra Wagenknecht, ex giovane comunista della Repubblica Democratica tedesca, ha fondato un partito di opposizione al governo di Berlino per le sue politiche di incondizionata accoglienza degli immigrati e per la sua posizione sulla guerra in Ucraina: “Putin mentiva quando giurava di non avere alcuna intenzione di invadere l’Ucraina, ma anche gli americani mentono e non c’è alcun bisogno di fidarsi di loro”. La biografia di questa donna di 59 anni è comune a quella milioni di tedeschi: un giorno arrivò senza alcun preavviso la riunificazione tedesca, lo Stato chiamato Repubblica Democratica Tedesca (e la sua malfamata polizia segreta Stasi) fu dichiarato estinto e la sua bandiera ammainata insieme al suo sistema sociale stabile, miserabile ma funzionante. Persero tutto: il lavoro socialista, le sicurezze sociali – compresi i risparmi. E la loro vita fu intristita per sempre.
Partito comunista come l’estrema destra su immigrati
In un discorso pubblico a Weimar Sahra ha detto: “Sul pianeta c’è troppa gente e vogliono tutti venire da noi. E a tutti diciamo ‘Prego, accomodatevi’”. Il suo partito – “Sahra Wagenknecht Alliance” – si presenta come la riedizione del vecchio partito comunista, ma in chiave rassicurante: accetta la Nato purché sia “una garanzia di sicurezza e non uno strumento di guerra”, per usare le parole della sua candidata Katja Wolf, riportate dal New York Times. E, naturalmente, il rinascente partito comunista sostiene democrazia e Costituzione, ma sulla questione degli immigrati usa gli stessi argomenti del partito di estrema destra AfD, considerato estremista e nemico dell’ordine democratico, anzi progressivamente neonazista. Inoltre, l’AfD è apertamente filorusso e antiamericano, atteggiamento che divenne pubblico in occasione della visita del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento: i rappresentanti dell’estrema destra abbandonarono l’aula.
Paradossalmente, si riproduce nella ex Ddr un fenomeno analogo a quello degli anni Venti dello scorso secolo, quando i nazionalisti e i nazisti, con il vecchio partito comunista spartachista di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, si trovarono sulle stesse posizioni – e in concorrenza fra loro stesse – sull’oppressiva occupazione militare francese e la mostruosità del debito che i governi di Parigi e Londra avevano messo sulle loro spalle dopo la sconfitta del 1918 – anno in cui Rosa Luxemburg fu assassinata. Quanto al nazismo hitleriano, il sentimento prevalente nella ex Ddr è che tutto sommato Hitler e i crimini nazisti furono frutti avvelenati della Germana occidentale e questo è un tema che investe tutti i processi di riunificazione dei popoli di lingua tedesca.
Il malcontento
Non sono certo storie sovrapponibili, ma è innegabile la concorrenza fra estrema destra ed estrema sinistra quando si tratta di rappresentare un malessere non ideologico, ma esistenziale. E i sondaggi indicano un’area grigia di incerti e indifferenti di fronte alle offerte di rappresentanza per risolvere il problema principale che resta quello dell’emigrazione, non soltanto per i sussulti di malessere innescati dalla criminalità, ma principalmente per l’impiego di risorse destinate agli immigrati. La Germania ospita da decenni e in modo ordinato milioni di immigrati islamici, prevalentemente turchi e curdi. E lo fa applicando leggi che impongono agli stranieri di imparare il tedesco e riconoscere e rispettare tutte le regole sociali, offrendo in cambio una protezione funzionante e costosa. I partiti anti-immigrazione vorrebbero più risorse per i tedeschi poveri, i quali si considerano vittime di una annessione di fatto, condotta senza la loro reale partecipazione.
Le due Germanie oggi
Anche dal punto di vista linguistico le due Germanie restano distanti, perché la Ddr usa un tedesco non contaminato dagli americanismi e molto fedele alla tradizione letteraria. Ed è altrettanto ovvio che la permanenza di un sentimento antiamericano ad Est sia in contrasto con il legame figlio della guerra fredda fra la vecchia Repubblica Federale Tedesca che aveva Bonn come capitale e che per decenni ha costituito il fronte antisovietico. I nostalgici della Ddr sono oggi europeisti, a differenza dell’AfD che fa parte di uno schieramento antieuropeo, ma domenica si voterà in Sassonia e il 22 settembre nel Brandeburgo e poi in altri lander. A quel punto sarà possibile misurare le conseguenze politiche del malessere, ma è un dato di fatto che a trentacinque anni dalla caduta del Muro di Berlino non sia avvenuta una reale unificazione fra le ex due Germanie.
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