Lo scenario e la mina vagante Trump
La guerra che l’Occidente finge di non vedere: l’Europa tra il disonore di Chamberlain e lezione di Churchill
La guerra che cavalca verso di noi e che non riusciamo ad arrestare. Stati Uniti, Francia, Regno Unito, come l’Unione Europea discutono solo di questo: se la guerra che ogni giorno sembra più salda e feroce sul suo destriero infernale, è davvero quel che si teme o no.
A me è capitato di essere stato prima additato al disprezzo e poi trattato come un veggente, per essere stato l’unico politico a insorgere quando Vladimir Putin lanciò la sua prima aggressione oltre i confini: un Paese europeo indipendente e sovrano che si chiama Georgia, capitale Tblisi. Alla Camera fu convocata – era agosto e tutti erano in ferie – una riunione delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato dove furono pronunciati discorsi di grande purezza oratoria, ai quali non seguì che la richiusura del Parlamento.
Quell’annessione diventò per tutti un curioso fatto compiuto. Meglio non pensarci. Io presi pubblicamente, e senza compagnia, la difesa dello Stato aggredito ma nessuno fece nulla, tanto che il Presidente georgiano venne appositamente a Roma per incontrarmi e ringraziarmi per il mio personale sdegno solitario. Come Presidente di una Commissione bicamerale d’inchiesta sulle infiltrazioni sovietiche in Italia durante la guerra fredda, avevo una certa esperienza sia di russi che di italiani arruolati dai russi. Un primato. L’Italia ha la più alta percentuale di simpatizzanti per la Russia e di furiosamente antiamericani e antioccidentali. Ieri, mentre Mosca seppelliva Alexei Navalny tra schieramenti di polizia armata fino ai denti, Putin annunciava la messa in linea già operativa di tanti missili atomici quanti ne servono per devastare i paesi della Nato che ospitano armi atomiche, tra cui Italia. Francia e Regno Unito hanno le loro armi e quindi anche un diverso sistema di attenzione russa.
Questa è la ragione del diffuso terrore in Europa una possibile vittoria di Donald Trump che lo rimetta alla Casa Bianca nel gennaio 2025. Trump ripete da anni: cari europei siete codardi e avari, avete usato i nostri soldi e il nostro sangue per far vincere la democrazia e l’occidente nelle due guerre mondiali e poi per proteggervi dall’imperialismo sovietico. Non vi siete dotati di un vero esercito, ma pensate che noi americani se foste aggrediti andremmo ancora a morire nei vostri cimiteri a spese del contribuente americano. Si tratta di una visione cinica e che non corrisponde alla verità perché l’America ha difeso sé stessa e non soltanto l’Europa creando l’alleanza atlantica. Però pur facendo gli scongiuri bisogna riconoscere che quel che dice Trump in parte è vero: l’Europa e la maggior parte degli europei non vuole nemmeno sentir parlare della parola guerra figuriamoci se vuol sentire parlare di nuove tasse per proteggersi dalla guerra. Gli arsenali europei sono vuoti, compresi quelli italiani perché armi e munizioni sono state in buona parte mandate a Kiev. E il partito russo italiano riesce come il partito russo-russo, a far credere che i guerrafondai siamo noi europei.
Di conseguenza i partiti e i politici trattano il loro elettorato come se avessero deciso di non fargli conoscere la verità, sicché il peggior scenario possibile che naturalmente speriamo non si verifichi mai e tuttavia è il peggior scenario possibile, è che tutto l’Occidente debba armarsi fino ai denti per scoraggiare la guerra e trattare sempre la pace in modo giusto e realistico. Quando Neville Chamberlain, primo ministro britannico, tornò da Monaco dove insieme ai francesi aveva concesso a Hitler quel che voleva per evitare la guerra, Winston Churchill (che prese poi il suo posto) commentò: hanno venduto l’onore per avere la pace, ed avranno sia il disonore che la guerra. Le cose andarono come sappiamo. Oggi, invece, non sappiamo come andranno le cose, ma la luce del sole è oscurata da missili, droni e piani demenziali.
Ieri Vladimir Putin ha annunciato la buona novella: la Russia ha armato le testate atomiche sulle rampe in Bielorussia pronte a scatenare il bombardamento atomico dei paesi che, come l’Italia, ospitano armi nucleari della NATO che hanno consentito di garantire la pace con l’equilibrio della reciproca distruzione: possiamo ucciderci; meglio vivere. Ieri il segretario della Difesa americano Lloyd James Austin, ha detto che il rischio è molto più concreto dopo le ultime parole di Putin che parlando dell’Ucraina, ha detto che “le truppe russe vinceranno; le truppe russe non si ritireranno mai e non tradiranno”.
Per poi aggiungere che se un solo soldato occidentale mettesse i suoi stivali sul terreno ucraino, la conseguenza sarebbe il bombardamento atomico dell’Europa. È doveroso chiedersi se per caso il presidente russo stia bluffando per ottenere un facile risultato, ma è improbabile: Putin è fiero della militarizzazione della economia che dipende dalla forsennata e ben retribuita corsa agli armamenti.
Quale può essere dunque il peggior scenario possibile? Quello di scegliere l’impreparazione o il rifiuto ad attrezzarsi per una guerra, pensando che arrendersi, in fondo, non è una pessima prospettiva. Ed è qui che torna la memoria del primo ministro inglese quando annunciò di aver comprato la pace rinunciando ai princìpi, per poi ritrovarsi sotto le bombe ed essere considerato un traditore.
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