Alisa non aveva ancora otto anni. È morta nell’attacco all’asilo di Okhtyrka colpito da un razzo contenente bombe a grappolo venerdì scorso. Era il secondo giorno del conflitto, il giorno dopo il terribile annuncio dell’invasione dell’Ucraina del Presidente russo Vladimir Putin. Da allora sono “16 bimbi morti in quattro giorni e 45 rimasti feriti” secondo il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La guerra non risparmia i più piccoli: colpiti dalle bombe, in fuga verso l’estero (circa 300mila gli ucraini accolti in Unione Europea) con le famiglie, alle prese con le armi in questa guerra che ha coinvolto la società civile – Zelensky ha invitato tutti ad armarsi per difendere il Paese.

È per forza di cose parziale e impossibile da verificare i bollettini di guerra rilanciati da una o dall’altra organizzazione in questi giorni. Per le Nazioni Unite sono 102 i civili uccisi tra cui sette bambini, 304 i feriti. “La maggior parte dei civili sono stati uccisi da armi esplosive a lungo raggio di azione, in particolare tiri di artiglieria pesante, lanciamissili e bombardamenti aerei. Temo che le cifre reali siano considerevolmente più alte“, ha osservato la Commissaria Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, in apertura del Consiglio dei diritti dell’uomo a Ginevra. Il ministero della Salute di Kiev aveva parlato invece di 1.600 feriti e 352 vittime ucraine, colpite soprattutto da armi esplosive ad ampio raggio, fuoco di artiglieria pesante, lanciarazzi e raid aerei.

Alisa Hlans tra tre mesi avrebbe compiuto otto anni. È morta nell’attacco all’asilo. Le bombe a grappolo sono tra l’altro proibite dall’omonima convenzione delle Nazioni Unite del 2008, alla quale né Russia né Ucraina hanno aderito. La bambina è morta in ospedale sabato, secondo quanto ha riferito la procuratrice generale dell’Ucraina Irina Venediktova su Facebook. Polina, racconta la BBC, frequentava invece l’ultimo anno di scuola elementare a Kiev. L’automobile sulla quale viaggiava con la sua famiglia è stata crivellata di colpi da un gruppo di sabotaggio russo. Il fratello e la sorella sono stati portati in ospedale. La sua foto è stata pubblicata dal vicesindaco di Kiev Vladimir Bondarenko.

Ancora dev’essere riconosciuto un ragazzo ucciso nel secondo giorno dell’invasione nella cittadina di Chuhuiv, Ucraina orientale, nel bombardamento di un condominio. Sofia e Ivan, rispettivamente sei anni e poche settimane, sono morti invece in un attacco a Cherson, a Sud del Paese, secondo quanto riportato dal capo della polizia di pattuglia ucraina, Yevhen Zhukov. La famiglia stava provando a fuggire in automobile. Morti nell’attacco anche i nonni e una donna di nome Irina.

Bambini sotto le bombe, bambini nei rifugi anti-aereo, nella metro che è anche più confortevole, che portano con loro i libri per studiare, i giochi per giocare mentre fuori la guerra continua, bambini che scappano verso l’estero, con le loro famiglie, in una carovana di sfollati che cerca scampo in Europa, bambini che pure la fanno la guerra. Francesca Mannocchi scrive nel suo reportage per La Stampa di Irina e Yaroslav, un’insegnante e suo figlio di Dnipro, a caccia di bottiglie da recuperare per sbriciolarci dentro il polistirolo e riempirle di benzina: ci fanno le molotov.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.