Il conflitto in Ucraina apre un nuovo, pericolosissimo, fronte europeo? È il rischio per quanto sta accadendo in queste ore con lo scontro, per ora solo diplomatico, tra Russia e Lituania.

Oggetto del contendere è Kaliningrad, l’exclave russa e avamposto militare del Cremlino stretta tra Lituania e Polonia, con un breve corridoio che la collega alla Bielorussia, noto come varco di Suwalki, già definito “il punto debole della Nato”.

Un territorio che allo stesso tempo rappresenta una grave minaccia all’Europa con le sue dotazioni missilistiche, ma anche un possibile tallone d’Achille per Mosca, visto il suo isolamento.

Al momento la situazione in corso è la seconda dopo la decisione presa dal governo di Vilnius venerdì scorso di dare seguito alle sanzioni contro Mosca e bloccare così il trasferimento su rotaia di una lunga lista di beni sottoposti a sanzioni: da Kaliningrad in pratica è fermo l’import e l’export di materie prime, apparecchiature tecnologiche, carbone, metalli.

Una situazione che ha provocato il caos nel territorio russo, dove secondo quanto emerso vi sono state scene di panico con assalti ai supermercati. A nulla sono servite le parole del governatore locale, Anton Alikhanov, che ha tentato di tranquillizzare la popolazione assicurando l’arrivo di rifornimenti via mare.

Non a caso dunque la scontro si è spostato sul piano ‘diplomatica’. Una nota del ministero degli Esteri di Mosca sottolinea come la Russia si riserva il diritto di agire in difesa dei propri interessi nel caso in cui la Lituania non revocherà il blocco al transito delle merci tra Kaliningrad ed il resto della Federazione.

Nella nota si fa riferimento anche alla convocazione dell’incaricata d’affari lituana Virginia Umbrasene, alla quale è stata espressa “la forte protesta in connessione con un bando imposto da Vilnius senza una precedente notifica alla Russia sul transito ferroviario di un’ampia gamma di beni verso la regione di Kaliningrad attraverso il territorio della Lituania“.

È stata chiesta l’immediata cancellazione di queste restrizioni“, si legge nella nota, nella quale si avverte che “finché non riprenderà pienamente il transito commerciale tra la regione di Kaliningrad ed il resto del territorio russo attraverso la Lituania, la Russia si riserva il diritto di agire in difesa degli interessi nazionali”.

Parole ancor più dure sono arrivate da Andrey Klimov, capo della Commissione del Consiglio della Federazione per la protezione della sovranità, che ha dichiarato che o Bruxelles “correggerà la situazione relativa al blocco di Kaliningrad, o la Russia avrà mano libera per risolvere la questione del transito con qualsiasi mezzo“. Quindi la minaccia: “Questa è un’aggressione diretta contro la Russia“, che potrebbe costringere Mosca a “ricorrere all’autodifesa“. Sulla stessa linea ci sono anche le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “È un atto illegale. La situazione è davvero molto grave e richiede un’analisi approfondita per preparare una risposta“.

Sullo sfondo ci sono i rapporti da sempre tesi tra la Federazione Russa e Vilnius. Il Cremlino non ha mai nascosto il fastidio per la semplice esistenza del Paese baltico, il primo a staccarsi dalla morsa dell’Unione Sovietica dopo il crollo del muro di Berlino.

Non a caso nei talk show russi la Lituana è costantemente ‘nei pensieri’ di giornalisti, opinionisti e generali che si alternano in tv, dove spesso si fa riferimento alla necessità di creare un ‘corridoio’ per collegare l’exclave di Kaliningrad al resto del Paese, un evento possibile solo però con un attacco militare contro Vilnius.

Redazione

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