«La crisi climatica, con le conseguenze che porta con sé, è ormai un fatto, ma in Regione Lombardia sembrano non accorgersene». Il Consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata allarga la considerazione del problema ben oltre la metropoli: «Gli eventi meteorologici estremi hanno fatto registrare un +22% nel 2023, con la Lombardia al primo posto tra le regioni colpite. Sono stati 62 gli eventi che hanno causato danni e disagi ai lombardi lo scorso anno, e il 2024 non è da meno. È la quinta regione italiana per aree dichiarate ad alto rischio idraulico, un dato ancora più allarmante se si considera l’alta densità di popolazione».

Nel luglio scorso Licata ha presentato in Consiglio Regionale un ordine del giorno che ha esortato la Regione Lombardia a richiedere lo stato di emergenza per le aree colpite più duramente dal maltempo. «Per far arrivare più in fretta le risorse necessarie – dice il Consigliere – una famiglia che ha perso la casa per un’alluvione o un’impresa che ha avuto il tetto del capannone scoperchiato non possono aspettare anni! Come sta invece accadendo a molti cittadini e Comuni in provincia di Varese, tuttora in attesa di essere risarciti per i danni del maltempo, addirittura, dell’estate 2023. Molte di queste persone hanno dovuto aprire mutui per riparare i danni più urgenti: per questo qualche mese fa avevo chiesto alla Regione di pagare almeno gli interessi su questi prestiti, in attesa di rimborsarli, proposta bocciata dalla maggioranza».

Ma il punto principale sta nella prevenzione. «Gli eventi meteorologici estremi nei prossimi anni saranno purtroppo sempre più la regola che l’eccezione – dice ancora Licata – Serve un piano strutturato di investimenti per realizzare opere di prevenzione del dissesto idrogeologico, proteggendo il territorio e i cittadini da frane e alluvioni. Sono interventi che hanno bisogno di risorse economiche, specifiche competenze e, prima di tutto, di una visione d’insieme. Ecco perché deve essere della Regione il ruolo strategico, di pianificazione e coordinamento. A supporto dei Comuni, che sono in prima linea ad affrontare le conseguenze della crisi climatica. Come lo sono la protezione civile, i volontari e le forze di primo soccorso che con grande professionalità intervengono nelle sempre più frequenti situazioni di emergenza. Ma non si può continuare a considerare delle emergenze quelli che sono eventi meteorologici ormai consueti, previsti e prevedibili. Serve un nuovo approccio!».

E qui Licata indica una strada ben precisa: «Ripartiamo dal modello “Italia Sicura”, l’Unità di Missione istituita nel 2016 dal governo Renzi, poi purtroppo chiusa e mai ripristinata dai governi successivi. Una struttura ad hoc, in grado di seguire pianificazione, finanziamento e realizzazione delle opere. Con “Italia Sicura” erano stati individuati 9000 interventi su tutto il territorio nazionale, per un fabbisogno complessivo di circa 29 miliardi di euro, insieme ai criteri per la scelta delle priorità nell’attribuzione delle risorse in un’ottica di programmazione pluriennale».